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Politica – Il gruppo Pd presenta il suo Pdl per abbattere i costi della politica regionale: “Ai consiglieri regionali lo stesso trattamento economico del sindaco di Venezia e nulla di più”

“Una legge che dà risposta alla domanda di sobrietà e austerità nei costi della politica. Una legge che anticipa il quesito referendario del prossimo autunno sulla Riforma istituzionale con cui il governo propone di abbattere concretamente il costo della politica”. Così Alessandra Moretti, capogruppo Pd in Consiglio regionale ha presentato nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Ferro Fini a Venezia il Progetto di legge, con primo firmatario Stefano Fracasso e sottoscritta da Azzalin, Pigozzo, Ruzzante, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis oltre appunto alla Moretti sugli emolumenti per i consiglieri regionali. “Il cittadino deve sapere che votando Si al referendum del prossimo autunno voterà sì al contenimento della spesa per la politica, emolumento dei consiglieri regionali compresi “ ha sottolineato la capogruppo Dem nel dare la parola all’estensore del Progetto, Stefano Fracasso: “La legga che abbiamo presentato è di una semplicità disarmante: tre articoli chiari, inequivocabili, che non si possono fraintendere né hanno bisogno di interpretazioni e con i quali si stabilisce che il trattamento economico onnicomprensivo dei Consiglieri regionali è parificato a quello previsto dalla legge nazionale per il sindaco del capoluogo di regione. Attualmente i sindaci percepiscono l’indennità di carica, la copertura previdenziale ma solo nel caso in cui l’attività amministrativa sia esclusiva, l’indennità di fine mandato e il rimborso spese per l’esercizio del mandato. Non è previsto alcun tipo di vitalizio, né vi sono privilegi. Non è un caso se i sindaci – ha spiegato Fracasso – non sono avvertiti dai cittadini come membri o esponenti della casta: parificare i consiglieri regionali, nel trattamento economico, ai sindaci di capoluogo di regione mi sembra una cosa ineccepibile e del resto ciò è quanto previsto dalla Riforma varata dal governo e sulla quale saremo chiamati a votare nel Referendum di autunno”. Alle parole di Fracasso seguono quelle del vicepresidente del Consiglio regionale, Bruno Pigozzo “Questa proposta delinea un criterio nazionale uniforme, inequivocabile, e giustamente calibrato sulle caratteristiche di ogni Regione, visto che un consigliere regionale lombardo avrà lo stesso trattamento economico del sindaco di Milano, un veneto quello del sindaco di Venezia o un valdostano quello del sindaco di Aosta. E’ la legge nazionale che definisce i compensi dei primi cittadini sulla base di criteri legati alla popolazione residente per cui le differenziazioni di trattamento deriveranno da elementi oggettivi”. A Pigozzo fa eco Piero Ruzzante: “Il Referendum del prossimo autunno ha come cardini due punti: primo, ridurre il numero dei Parlamentari, con la riforma del Senato, secondo, la parificazione di tutti i consiglieri regionali: dicendo sì al referendum si dice sì a questi pilastri. Una cosa deve essere chiara – ha spiegato Ruzzante – a decidere sulla materia sarà il popolo”. In chiusura, la capogruppo Alessandra Moretti ha sottolineato che “come si vede la nostra proposta di legge non confligge con la Riforma varata dal governo al punto che se fosse approvata prima del referendum confermativo il Veneto non dovrebbe far nulla per adeguarsi alle nuove norme, proprio perché avrebbe anticipato le nuove disposizioni: la nostra – ha concluso la Moretti – è l’unica proposta di legge praticabile e in sintonia con la Riforma varata dal governo”

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