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Paese: Consiglio Comunale contro la privatizzazione dell’acqua

Il consiglio comunale di Paese approva all’unanimità una mozione contro la privatizzazione dell’acqua.Andrea Zanoni: “Spero che altri comuni seguano l’esempio di Paese, poiché avere il controllo dell’acqua vuol dire anche condizionare la vita di milioni di esseri umani.”

Martedì 1 dicembre, verso le due di notte, il consiglio Comunale di Paese, iniziato la sera prima alle 20.45, ha approvato all’unanimità una mozione presentata da Andrea Zanoni, capogruppo di Italia dei Valori e sottoscritta anche dai capigruppo di minoranza, contro la privatizzazione dell’acqua.

Il Consiglio comunale di Paese, dove governa una coalizione Lega, PDL, UDC, con l’approvazione della mozione ha espresso netta contrarietà all’approvazione del decreto legge 135/2009, avvenuta alla Camera il 19 novembre scorso, che prevede all’articolo 15 la privatizzazione dell’acqua.

La mozione approvata impegna il Presidente del consiglio comunale, il Sindaco e tutta la Giunta a compiere i seguenti passi formali: 1) intraprendere tutte le azioni possibili per far conoscere al Parlamento ed al Governo italiano, il dissenso del consiglio Comunale di Paese nei confronti di questo provvedimento, richiedendone con forza la cancellazione; 2) richiedere al Presidente e alla Giunta Regionale del Veneto di presentare ricorso di costituzionalità contro l’art. 15 del Decreto Legislativo 135/2009, a tutela dell’autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione.

“L’acqua deve essere riconosciuta per legge come un diritto universale e non come merce”, ha commentato Andrea Zanoni, capogruppo di Italia dei Valori in consiglio comunale a Paese, che ha aggiunto: “Ciò anche in considerazione delle gravi ripercussioni che una privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffa.

La privatizzazione dell’acqua consegnata in mano alle multinazionali private è un’orrenda esasperazione del capitalismo: con questa legge è stata decretata l’eliminazione dei diritti dei cittadini all’acqua, l’ingresso dei privati nella gestione delle reti idriche locali non significa un miglioramento del servizio e le esperienze fatte dimostrano il contrario.

L’acqua è un bene prezioso ed è indispensabile intervenire per ridurre la dispersione idrica, ora altissima; il fatto è che la  privatizzazione non risolve il problema, ma lo aggrava.

Va aggiunto che il controllo della gestione dell’acqua significa appalti e sub-appalti per miliardi di euro, nella potabilizzazione e depurazione delle acque, nella realizzazione delle reti idriche, nelle convenzioni con le multinazionali predatorie.

Avere il controllo dell’acqua vuol dire anche condizionare la vita di milioni di esseri umani.

Questo Governo sta realizzando il suo percorso autoritario e predatorio dei servizi e beni pubblici in spregio ai diritti, distorcendo addirittura l’interpretazione delle direttive europee per giustificare il suo comportamento.

Il voto espresso all’unanimità dal Consiglio Comunale di Paese è un segnale forte, un atto di civiltà e responsabilità soprattutto verso le generazioni future, un voto che ha fatto prevalere gli interressi dei cittadini sulle logiche di partito. Ogni consiglio comunale d’Italia dovrebbe approvare una mozione simile e, se ciò accadesse, il Parlamento sarebbe costretto a fare subito marcia indietro.”

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