ANDREA

ZANONI

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No all’uso dei pannelli fotovoltaici per mascherare nuovi scempi ambientali.

Il fotovoltaico, dal quale si ricava energia pulita dal sole, è una delle tecnologie che piu’ stanno aiutando l’umanità ad uscire dalla schiavitù del petrolio e a diminuire l’effetto serra che causa quotidiani sconvolgimenti climatici sotto gli occhi di tutti.Si tratta di un sistema di produzione di energia che da speranza alla gente per un futuro migliore, verso il quale i cittadini provano fiducia e considerazione.

Utilizzare questa tecnologia come specchietto per le allodole per mascherare o nascondere degli scempi ambientali lo ritengo squallido e deleterio.

Mi riferisco a casi come quello della cava Morganella di Ponzano e Paese dove un progetto apocalittico di estrazione di circa 8 milioni di metri cubi, che prevede l’approfondimento dell’escavazione di ghiaia dentro la falda acquifera da meno 40 a meno a ben meno 65 metri, viene mascherato come “riqualificazione ambientale” solo perché verranno messi dei pannelli fotovoltaici a galleggiare in alcune zattere sopra la falda affiorante.

Il comune di Paese purtroppo sta seguendo questo penoso esempio tant’è che annuncia che si procederà a ricoprire la discarica Tiretta di pannelli fotovoltaici.

Si tratta di una discarica che da anni inquina la falda acquifera addirittura rilasciando un composto chimico, il bromacile, ritenuto cancerogeno e causa della grave contaminazione di centinaia di pozzi di acqua potabile del vicino comune di Quinto di Treviso.

L’amministrazione comunale di Paese, invece di nascondere lo sporco sotto il tappeto, dovrebbe rispettare il programma elettorale e risolvere il grave problema di inquinamento della Tiretta anziché mascherarlo addirittura con il trucco dei pannelli fotovoltaici.

Una volta ricoperta questa discarica con i pannelli fotovoltaici quali sarebbero i costi di intervento per smontare questa struttura qualora arrivassero i fondi per la bonifica? E cosa accadrebbe se si dovesse intervenire in emergenza per arginare nuovi inquinamenti alla falda acquifera? A pagare sarebbero i soliti cittadini già penalizzati da anni di escavazioni di ghiaia, via e vai di camion di rifiuti, giornate passate a respirare odori nauseabondi insopportabili, senza contare il danno economico già subito per la volatilizzazione delle fideiussioni.

Purtroppo troppi amministratori oggi si affidano ad annunci ad effetto come questi contando sulla impreparazione e disinformazione di molti ignari cittadini.

Andrea Zanoni

Presidente di Paeseambiente

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