ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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L’Ue conferma l’indagine in corso sullo sfruttamento idroelettrico dei corsi d’acqua della provincia di Belluno

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde all’interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni sulle probabili violazioni della Direttiva Quadro sulle Acque nonché delle direttive VIA, VAS e Habitat. L’eurodeputato Zanoni: «Bruxelles vada fino in fondo: sono a rischio aree tutelate»

 

«La Commissione europea ha ricevuto la denuncia e deciderà sulle misure adeguate da adottare». Questa è la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione sullo sfruttamento idroelettrico del bacino del Fiume Piave in provincia di Belluno presentata da Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo.

 

Il 9 luglio 2013, l’eurodeputato aveva presentato un’interrogazione per denunciare a Bruxelles l’intenso sfruttamento dei corsi d’acqua del Piave per la produzione di energia idroelettrica e i futuri progetti in cantiere, situazione già segnalata alla Commissione europea dal “Comitato Bellunese Acqua Bene Comune” che ha commissionato a una società di consulenza ambientale di San Donà di Piave (VE) un’analisi tecnica della situazione (“Lo sfruttamento idroelettrico in provincia di Belluno”).

 

Dall’analisi scientifica si sono evidenziate plurime violazioni alla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE da parte del Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali adottato ai sensi dell’art. 13 per l’omonimo Distretto Idrografico (vedi Nota 1). L’esame condotto denuncia anche la violazione o elusione da parte delle autorità della direttiva di Valutazione d’Impatto Ambientale VIA 2011/92/UE (vedi Nota 2), della direttiva di Valutazione Ambientale Strategica VAS 2001/42/CE (vedi Nota 3) e Habitat (vedi Nota 4) dal momento che si tratta di aree connotate da elevata naturalità e da scarse o addirittura assenti pressioni antropiche, per larga parte tutelate all’interno di Rete Natura 2000 quali Siti d’interesse Comunitario SIC e Zone a Protezione Speciale ZPS ai sensi delle Direttive Habitat 92/43/CEE e Uccelli 2009/147/CE.

 

«La Commissione ha confermato l’invio del fascicolo e l’indagine in corso. Siamo sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa – ha affermato Zanoni – Lo sfruttamento riguarda ben il 90 per cento dei corsi d’acqua che compongono il tratto alpino del bacino del fiume Piave con probabili violazioni della Direttiva Quadro sulle Acque nonché delle Direttive VIA, VAS e Habitat. Stanno intubando tutti i corsi d’acqua della provincia di Belluno e, a giudicare dalle autorizzazioni già richieste, non hanno intenzione di fermarsi».

 

BACKGROUND

 

Il 24 luglio 2013, a Belluno, l’eurodeputato Andrea Zanoni ha organizzato la conferenza dal titolo “La Piave  racconto di un fiume” in collaborazione con il Comitato bellunese Acqua Bene Comune.

 

A novembre 2012, la Commissione europea, per affrontare il problema, ha messo a punto un Piano per la salvaguardia delle risorse idriche targato Ue al fine di raggiungere l’obiettivo di un buono stato delle acque entro il 2015, come già stabilito nella Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE. Lo scopo è di garantire che la disponibilità di acqua di buona qualità sia sufficiente a soddisfare le esigenze dei cittadini, dell’economia e dell’ambiente.

 

NOTE

 

Nota 1. Il censimento dei corpi idrici e delle relative “condizioni di riferimento” (condizioni idromorfologiche e fisico-chimiche e condizioni biologiche) presente nel “Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali” risulta essere, infatti, incompleto, sommario e superficiale.   Nota 2 Risulta essere inoltre sistematicamente violata/elusa da parte delle Autorità la Direttiva “VIA” 2011/92/UE, con esclusione di qualsiasi valutazione per i progetti ritenuti minori e, quanto alla generalità dei progetti, nel caso in cui gli stessi soddisfino sulla carta determinati parametri (delibere di Giunta Regionale della Regione del Veneto nn. 327/2009 e 2834/2009), senza tenere conto né della loro ubicazione (in violazione dell’art. 2), né del loro rilevante impatto cumulativo (la valutazione dell’impatto cumulativo è imprescindibile, in base a quanto chiarito dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia CE. Cfr., ex multis, Corte di Giustizia CE, sez. II, 28.02.2008, causa C-2/07 e Corte di Giustizia CE, sez. III, 25.07.2008, C-142/07).

 

Nota 3. Vengono riscontrate violazioni della Direttiva “VAS” 2001/42/CE (in particolare, l’Autorità competente per la VAS sul “Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto” – piano attuativo del succitato piano di gestione – risulta essere sostanzialmente la stessa ad aver elaborato e approvato il medesimo). 

 

Nota 4.  Oltre alla direttiva “Habitat” risultano lacunose anche le Valutazioni d’Incidenza Ambientale VINCA sui progetti.

 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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