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La VIA regionale boccia la realizzazione della vasca di laminazione – cava di Pederobba. Zanoni e Fastro (PD): “il duro lavoro di questi anni ha dato i suoi frutti”

Venezia – Pederobba, 22 giugno 2019 – Il Comitato Tecnico Regionale VIA con un parere del 5 giugno scorso ha bocciato il progetto di Cava Curogna dando parere non favorevole alla compatibilità ambientale di “Cava di argilla “Val Grande” di Emaprice, che prevedeva la realizzazione di una vasca di laminazione per la messa in sicurezza del torrente Curogna” col pretesto della ricomposizione ambientale.

Il Comitato Tecnico Regionale VIA con questo parere attesta la valenza ambientale e paesaggistica dell’area oggetto dell’intervento e nel contempo definisce inutile la realizzazione della vasca di laminazione per il torrente Curogna: in sintesi, come hanno da sempre sostenuto la lista Il Bene in Comune, le associazioni di tutela Ambientale, il Coordinamento l’Aria che Voglio.

La lista Il Bene in Comune ha contestato questo progetto fin dalla sua presentazione nell’ormai lontano 2014 e ne ha seguito tutto il percorso svoltosi in Commissione VIA Regionale dal 2015 ad oggi.

Tale progetto nasce da uno studio idraulico commissionato dall’Amministrazione Comunale di Pederobba nel gennaio 2014 le cui conclusioni riportano “risulta praticabile la sola creazione di un invaso di laminazione”. Nel successivo mese di febbraio venne indetto un avviso pubblico per acquisire proposte finalizzate a ridurre la vulnerabilità idraulica, idrogeologica e geomorfologica dell’area interessata dal Torrente Curogna. All’avviso rispose la sola ditta Emaprice Spa proponendo la realizzazione di una vasca di laminazione in terreni di proprietà e/o disponibilità, proponendo come compensazione dei costi di realizzazione delle opere idrauliche l’apertura di una nuova cava di argilla.

Da qui la presentazione nel febbraio 2015 da parte della ditta Emaprice del progetto che inizia il suo percorso in VIA Regionale, un progetto imponente con un’area interessata all’intervento di circa 144.000 metri quadri pari alla superficie di cava, movimentazione di circa 1.000.000 di metri cubi dei quali circa 800.000 utili ai fini commerciali, una cassa di espansione di circa 41.000 metri quadri per un invaso da circa 140.000 metri cubi con una profondità di scavo di 12/14 metri.

La lista Il Bene in Comune presentò osservazioni al Comitato VIA nell’aprile 2015 evidenziando la criticità del progetto per gli aspetti idraulici, idrogeologici, ambientali, economici e normativi. Aspetti che discussi ed approfonditi davanti alla Comitato nel corso dell’inchiesta pubblica avvenuta nel dicembre 2015. Ulteriori osservazioni sono state presentate in altre due tornate nel maggio del 2016.

Un buon lavoro di coordinamento con altre associazioni e realtà del territorio per approfondire il progetto ed evidenziarne tutti i limiti  ha portato a costituire il “Coordinamento l’Aria che Voglio” che ha presentato alla Comitato VIA nel gennaio 2017 uno Studio Idraulico del Torrente Curogna.

Nel settembre 2017 il Comitato VIA, raccolte e valutate le osservazioni presentate dai vari gruppi/associazioni ed i pareri dei vari Enti, ha rilasciato una comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza presentata dalla ditta proponente. Di fatto una prima “bocciatura” del progetto. Così nel novembre 2017 Emaprice presenta per lo stesso progetto una “variante in riduzione” che prevede un’area di intervento circa 118.000 metri quadri, una superficie di cava interessata di circa 144.000 metri cubi, movimentati circa 603.000 metri cubi dei quali circa 500.000 utili ai fini commerciali, la realizzazione di una cassa di espansione di circa 33.000 metri quadri con un invaso possibile fino a 130.000 metri cubi e una profondità media degli scavi di 10 metri.

Anche tale progetto in riduzione è stato fortemente osteggiato dalla Lista Il Bene in Comune di cui è Capogruppo Luciana Fastro, tanto che sono state ulteriormente prodotte nuove osservazioni a gennaio, marzo e maggio del 2018.

L’intero procedimento inoltre è stato oggetto di segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione nel 2015 da parte del Gruppo di minoranza perché, tra gli altri aspetti, si ravvisava un mancato rispetto del Codice dei Contratti e l’opera non è mai stata inserita nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche.

Nel suo intervento l’Autorità ha definito “irrituale” il procedimento comunale concertato con il Genio Civile, ha chiesto integrazioni documentali ed ha tenuto aperto il procedimento di vigilanza sulla realizzazione del progetto. Ora finalmente siamo arrivati alla conclusione del procedimento di VIA con il risultato tanto atteso di veder espresso un parere contrario alla compatibilità ambientale del progetto.

Luciana Fastro capogruppo della lista di minoranza Il Bene in Comune, che tanto si è prodigata per l’ottenimento di questo risultato, ha dimostrato tutta la sua soddisfazione per il pronunciamento della Commissione VIA dichiarando: “Ora ci auguriamo che la Regione Veneto metta definitivamente la parola fine a tale progetto. Un progetto nato per risolvere un falso problema di sicurezza idraulica diventando di fatto l’opportunità per realizzare una nuova grande cava di argilla in un contesto ambientale di pregio, l’ennesima cava, visto che nel Comune di Pederobba ve ne sono ancora ben 5 di attive e 2 di estinte.”

Sull’esito del Comitato Tecnico regionale VIA interviene anche Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico e Vice presidente della Commissione Ambiente a Palazzo Ferro Fini il quale in questi anni si è occupato della questione facendo un sopralluogo sul luogo del progetto con i comitati, le associazioni e la capogruppo Luciana Fastro, e presentando alla Giunta Zaia ben tre interrogazioni. La prima dell’ ottobre 2015 ha chiesto alla Regione di fare chiarezza su un progetto dagli impatti ambientali molto gravi e per chiedere i relativi accertamenti e verifiche; nel luglio luglio 2016 segnalò alla Giunta Zaia l’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione sul progetto chiedendo provvedimenti e infine nel marzo 2018 per denunciare possibili violazioni di legge in merito alla trasparenza, informazione e partecipazione del pubblico relative sulla procedura di valutazione di impatto ambientale.

Zanoni ha quindi dichiarato: “Il parere negativo del Comitato Tecnico Regionale VIA del 5 giugno scorso dimostra che la Valutazione di Impatto Ambientale, norma che trae origine da una direttiva di cui sono stato relatore al Parlamento Europeo nel 2013, se fatta bene può far emergere le criticità e i danni all’ambiente arrivando a bloccare addirittura un intero progetto come in questo caso. Va dato atto che la Lista Il Bene in Comune e il Coordinamento L’Aria che Voglio hanno saputo sfruttare tutti i momenti di partecipazione e coinvolgimento messi a disposizione dalle procedure VIA per entrare nel procedimento e avanzare tutte le critiche del caso, addirittura con parerei qualificati come lo studio idraulico sul Torrente Curogna. Ho visto i luoghi dell’intervento e non esagero se parlo di paradiso ambientale dove la vegetazione ha creato un habitat naturale che a mio avviso è degno di far parte di Rete Natura 2000.

Invito l’amministrazione comunale che si era dimostrata a favore di questo progetto che avrebbe deturpato per sempre quest’area, di prendere atto e di avviare le procedure per tutelarla come un sito naturale protetto di Rete Natura 2000. Ora non resta che attendere l’ufficialità della procedura con un atto della regione che recepisca il parere negativo del Comitato VIA mettendo su questo progetto una definitiva pietra sopra.”

 

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