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L’UE ponga un freno alle esportazione animali vivi fuori Europa

L’eurodeputato Andrea Zanoni presenta un’altra interrogazione alla Commissione europea per chiedere misure concrete a fermare l’aumento delle esportazioni di animali vivi fuori Europa. “Si tratta di calvari lunghi anche giorni che costano indicibili sofferenze a milioni di animali”

 

Le esportazioni di animali vivi fuori Europa vanno fortemente ridimensionate per evitare i frequenti episodi di sofferenza inflitta agli animali che si verificano oggi”. Lo dice Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e vice presidente dell’Intergruppo Benessere degli Animali al Parlamento europeo, presentando una nuova interrogazione alla Commissione europea a seguito della risposta alla sua prima richiesta di eliminare gli incentivi a queste esportazioni. “L’export di bovini, ovini e caprini fuori UE è in continuo aumento. Questo si traduce spesso in veri e propri calvari lunghi anche giorni alla fine dei quali molti animali arrivano stremati se non addirittura morti”.

 

Zanoni insieme all’eurodeputata Nadja Hirsch (tedesca, liberal democratica) chiede alla Commissione europea “quali misure concrete intende adottare per soddisfare il punto 5 del regolamento (CE) N. 1/2005 che sancisce come per motivi di benessere degli animali, il trasporto di animali su lunghi viaggi, compresi gli animali da macello, deve essere limitato il più possibile”.

 

Zanoni ricorda “come prima il Parlamento europeo con la dichiarazione scritta 49/2011 (15 marzo 2012) e la relazione Wojciechowski (12 dicembre 2012) e poi i cittadini europei con un milione di firme consegnata all’allora Commissario competente John Dalli (7 giugno 2012), è stato chiesto alla Commissione europea il limite massimo di 8 ore di trasporto per gli animali vivi destinati ai macelli”.

 

I due eurodeputati mettono in luce anche come la cancellazione degli incentivi economici europei all’esportazione di carni bovine e di animali vivi della specie bovina (destinati alla riproduzione) rischi di essere invalidata dalle deroghe concesse in casi eccezionali di crisi di mercato. “Quali sono gli indicatori misurabili che la Commissione intende applicare per stabilire le circostanze eccezionali della crisi del mercato? Non possiamo rischiare che questi poveri animali paghino il prezzo delle deroghe e delle flessioni del mercato”.

 

Solo ponendo un limite ai trasporti di animali vivi si può riportare sui binari della sostenibilità un mercato della carne completamente schizofrenico e causa di indicibili sofferenze per milioni di animali in Europa e oltre i suoi confini”, conclude Zanoni.

 

BACKGROUND

 

Nella sua precedente risposta, la Commissione europea aveva riferito a Zanoni come si sta assistendo ad un costante aumento di queste esportazioni: aumento di bovini da  403.143 capi nel 2009 a 768.572 capi nel 2012 (destinazioni principali Turchia, Croazia, Libano, Israele e Algeria), ovini da 225.177 capi nel 2009 a 1.635.546 capi nel 2012 (destinazioni principali Libia, Giordania e Turchia) e caprini da 2.311 capi nel 2009 a 11.564 nel 2012 (destinazioni principali Giordania, Libano, Turchia e Albania). In calo solo il commercio di suini, da 2.211.220 capi nel 2009 a 1.239.751 capi nel 2012 (destinazioni principali Croazia, Ucraina e Russia).

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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