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Il Tar lombardo annulla la delibera regionale sui roccoli. Zanoni: «Ora la Lombardia e il Veneto sono avvisati: basta uccellagione e richiami vivi»

Con sentenza emessa il 6 giugno e depositata il 16 luglio 2013, il TAR della Lombardia ha affossato la delibera della Giunta regionale del settembre 2012 che autorizzava le Province alla cattura nei roccoli. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «È una grande vittoria della LAC. I cacciatori devono avvalersi solo di richiami vivi da allevamento e, soprattutto, di allevamenti veri per fermare la cattura di pullus di tordi nei nidi e l’inanellamento abusivo».

 

Con la sentenza numero 1865/2013 la Quarta Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia ha accolto il ricorso della Lega Abolizione della Caccia (LAC) per l’annullamento della delibera della Giunta regionale di settembre 2012, che autorizzava le Province alla cattura degli uccelli da richiamo nei roccoli.

 

La sentenza, emessa il 6 giugno e depositata il 16 luglio 2013, cancella la decisione con la quale la Regione Lombardia aveva approvato un piano quinquennale (2012-2017) di riduzione progressiva delle catture con le reti dell’avifauna con l’obiettivo di rimpiazzare questa pratica con quella dell’allevamento e che prevedeva dal 2017 l’azzeramento dei roccoli.

 

Il collegio giudicante, presieduto dal magistrato Domenico Giordano, ha ritenuto inadeguata la riduzione graduale del prelievo ed ha annullato la delibera. In particolare, nella sentenza del TAR, si legge che “il provvedimento impugnato prevede una minima riduzione del 3,2% per il 2012, e poi del 10% per il 2013, del 16,67% per il 2014, del 33,33% per il 2015, del 50% per il 2016, e del 100% per il 2017. Ritiene il Collegio che l’entità di tale decremento non è pertanto sufficiente, in relazione alla modesta riduzione quantitativa prevista per l’anno 2012, di sole 1.500 unità, pari a circa il 3% del contingente catturabile, analogamente a quanto già ritenuto in giurisprudenza (T.A.R Lombardia, Brescia, Sez. II, 19.7.2012, n. 1393), in cui si è annullato un provvedimento che disponeva una riduzione delle catture pari al solo 1,96%, affermandosi che tale entità dava luogo ad una sostanziale stabilizzazione del fenomeno della cattura dei richiami vivi, che si pone in contrasto con la prospettiva del progressivo abbandono di questa pratica”. (SENTENZA)

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo plaude alla decisione e afferma: «Ora la Lombardia e il Veneto sono avvisati: basta con l’uccellagione. Questa sentenza è una grande vittoria della LAC oltre che un segno di civiltà e rispetto della Direttiva Uccelli 2009/147/CE. In Europa sto portando avanti la battaglia contro l’utilizzo dei richiami vivi sin da quando sono stato nominato eurodeputato.

 

Il 5 dicembre scorso Zanoni ha partecipato alla consegna di quasi 18mila firme alla Presidente della Commissione Petizioni al Parlamento europeo per chiedere il divieto in tutta Europa dell’utilizzo di uccelli selvatici come richiami vivi. (VIDEO) Con le firme si è chiesto all’Ue di proibire per sempre il possesso di uccelli selvatici, sia derivanti da cattura che da allevamento, utilizzati come richiami vivi nella caccia agli uccelli migratori e sottoposti ad atroci sofferenze.

 

«I cacciatori, in seguito a tale bocciatura, dovrebbero avvalersi solo di richiami vivi da allevamento – ha concluso l’eurodeputato –  Devono essere inoltre controllate rigorosamente queste strutture perché si deve avere la certezza che si tratti di allevamenti veri e non fasulli come sono la maggioranza di quelli attuali visto il fenomeno della cattura in natura di pullus di tordi nei nidi e l’inanellamento abusivo. Con la petizione consegnata in Europa è stato chiesto di vietare il possesso di uccelli selvatici derivanti da cattura o da allevamento utilizzati nella caccia ai migratori le cui modalità di stabulazione avvengano in condizioni etologicamente incompatibili. Mi batterò per uno stop definitivo all’impiego dei richiami vivi attraverso il loro inserimento nell’allegato dei mezzi vietati dalla Direttiva europea Uccelli 2009/147/CE».

 

BACKGROUND

 

A novembre 2012, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere azioni urgenti per contrastare il commercio illegale di richiami vivi e garantire il rispetto dell’articolo 66 del Regolamento CE 865/2006  che prevede l’applicazione degli anelli identificativi solo agli uccelli di allevamento nei primi giorni di vita. 

 

Il 7 gennaio 2013, Zanoni con un’altra interrogazione ha denunciato gli scarsi o addirittura inesistenti controlli in merito alle deroghe alla cattura di uccelli vivi di Veneto e Lombardia, dove i controlli sugli impianti di cattura non superano l’1% delle giornate di funzionamento degli impianti e non possono quindi essere considerati adeguati alla prescrizione della Direttiva 147/2009/CE che impone condizioni rigidamente controllate. Il 28 febbraio 2013, il Commissario Ue all’Ambiente, Janez Potočnik, ha sottolineato che “ogni deroga concessa dalle autorità nazionali a norma dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c, della Direttiva Uccelli è permessa solo se esercitata in condizioni rigidamente controllate. Tutte le deroghe devono inoltre specificare i controlli da svolgere e indicare l’autorità competente a dichiarare il rispetto delle condizioni richieste”.

 

In seguito all’interrogazione presentata da Zanoni ad agosto 2012 per chiedere all’Ue di fermare la cattura di uccelli da utilizzarsi come richiami vivi nella caccia, i servizi legali della Commissione europea hanno aperto un’indagine che riguarda l’applicazione della Direttiva 2009/147/CE in cinque regioni italiane: Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche e Toscana, sulla cattura di sette specie di uccelli tramite l’utilizzo di reti per la cattura di richiami vivi per i cacciatori, pratica assolutamente vietata dall’allegato IV.

 

La sentenza numero 2341/13 del 17/01/2013 della Corte di Cassazione che ha riconosciuto il reato di maltrattamento dei richiami vivi detenuti nelle gabbie anguste usate dai cacciatori.

 

La Giunta regionale della Lombardia, con deliberazione numero IX/ 4036 del 12 settembre 2012, aveva indicato uno schema per la predisposizione di un database che contesse tutte le informazioni relative ai richiami vivi detenuti dai cacciatori lombardi, sia di cattura che di allevamento, al fine di garantire la corretta applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE.

 

A marzo 2013, Zanoni aveva scritto al Governatore Roberto Maroni per avere informazioni in merito, sottolineando che   proprio sugli allevamenti deve essere prestata la massima attenzione perché potrebbero esisterne di “fantasma”, che seppur autorizzati nascondono piccole associazioni illecite con lo scopo di apporre gli anellini identificativi a uccelli provenienti da catture illecite. L’applicazione di anellini in modo illegale alle zampe di volatili catturati di frodo serve a sanare pratiche di bracconaggio ed a immettere i volatili illegalmente catturati nel mercato (VIDEO).

 

 

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