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Fusti tossici nel Tagliamento, Zanoni: «Gli inquirenti indaghino a 360 gradi, potrebbe trattarsi di ecomafia»

A meno di un mese da due episodi analoghi accaduti a una manciata di chilometri da San Michele al Tagliamento (VE), ovvero a Pradamano (UD) e a San Vito al Tagliamento (PN), una cinquantina di fusti tossici sono stati scaricati nel fiume. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «I colpevoli potrebbero essere gli stessi. È necessario effettuare approfondite indagini viste le analogie inquietanti»

 

A San Michele (VE) sono stati ritrovati nel fiume Tagliamento 50 fusti di vernice altamente inquinante. Il rinvenimento è stato fatto in due punti del corso d’acqua: uno a Isola Picchi, piccola enclave di Latisana dalla quale si accede dal territorio sanmichelino e l’altro nella zona di Marinella, fra via Case Nuove e via Rigolo Alto.

 

Il ritrovamento, avvenuto casualmente, è stato fatto da un ispettore della società Ambiente Servizi Venezia Orientale (ASVO). Le ipotesi fatte dagli inquirenti sono due: o qualcuno si è liberato dei fusti gettandoli nel fiume oppure, e questa è l’ipotesi più accreditata, sono stati abbandonati provvisoriamente sul terreno golenale e sono finiti in acqua a seguito dell’erosione che ogni anno rende più vulnerabili le sponde del fiume.

 

Sul posto sono arrivati i Vigili del Fuoco del distaccamento di Portogruaro (VE) e quelli del nucleo chimico batteriologico Nucleo Biologico Chimico Radiologico (NBCR) di Mestre (VE) che, con l’aiuto dei sommozzatori di Vicenza e Trieste, hanno iniziato le operazioni di recupero dei fusti. È una corsa contro il tempo, perché una possibile piena del fiume potrebbe riversare in mare la vernice con danni enormi all’ambiente. Secondo i tecnici sono notevoli le quantità di vernice già sversate in acqua con grave pericolo per le specie ittiche.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Spero che le forze in campo riescano a limitare le conseguenze di un episodio di inquinamento gravissimo. L’aspetto più inquietante è che poco più di un mese fa sono stati scoperti oltre trenta bidoni di rifiuti bruciati sul greto del fiume Torre (UD) e centinaia di litri di solventi e oli industriali a due passi dal fiume Tagliamento (PN). A una manciata di chilometri da San Michele, quindi, mani criminali hanno compiuto gesti molto simili. È necessario svolgere approfondite indagini tenendo conto che i tre episodi potrebbero essere correlati e gli autori potrebbero essere gli stessi. Invito gli inquirenti a vagliare anche questa pista e a non tralasciare alcun particolare che possa assicurare alla giustizia questi criminali, allontanando anche l’ombra delle ecomafie».

 

L’eurodeputato ha ricordato che a fine gennaio si sono verificati due inquietanti episodi di inquinamento ambientale a poche decine di chilometri. Lungo il greto del fiume Torre, al confine tra il Comune di Udine e quello di Pradamano (UD), erano stati ritrovati trenta fusti bruciati. A San Vito al Tagliamento (PN), tra la zona industriale Ponterosso e il corso d’acqua Tagliamento, gli inquirenti avevano rinvenuto una discarica abusiva di oli esausti e solventi, alcuni dei quali sversati sul terreno: 500 litri di olio industriale in tre barili, 200 litri di solventi contenuti in secchi e 100 litri di silicone chiusi in un centinaio di tubi.

 

L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) e quella del Friuli sono al lavoro per prelevare campioni di acqua anche sull’estuario del fiume, nei territori di Bibione (VE) e Lignano (UD). Per le indagini sull’accaduto si stanno muovendo Polizia Locale di San Michele, i Carabinieri delle Compagnie di Portogruaro e Latisana, la Polizia Provinciale e il Corpo Forestale dello Stato. Stanno collaborando anche gli Ufficio Ambiente dei Comuni di San Michele e di Latisana.

 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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