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ERP – Gruppo PD: “In dieci anni, gestione fallimentare, graduatorie lunghissime e case sfitte per assenza di manutenzione. La nuova legge certifica il disastro: canoni alle stelle e famiglie sotto sfratto”

Arv) Venezia 7 ago. 2019 –     “Dalla lettura dei dati forniti dall’Arav (Associazione regionale Ater Veneto) in ordine alla gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, ne scaturisce una situazione molto critica, che sta venendo a galla soprattutto grazie alla nostra determinazione per capire cosa non sta funzionando nell’applicazione della nuova legge regionale. I dati dimostrano come la gestione, almeno nell’ultimo decennio, delle Ater, per lungo tempo commissariate, sia stata fallimentare, incapace di conoscere la situazione reale degli inquilini, di intervenire nei confronti di tanti furboni, altro che furbetti, incapace di valorizzare un patrimonio immobiliare enorme, che si sta via via sgretolando perché non vi sono stati investimenti significativi”.

Inizia così la nota del Gruppo consiliare del Partito Democratico che informa “oggi, nel corso di una conferenza stampa a Padova, abbiamo illustrato e commentato i dati forniti dall’Arav sulla gestione degli alloggi Erp, da cui emerge un quadro veramente desolante riguardo alla gestione delle case pubbliche portata avanti dalla Giunta Zaia”.

“La risposta della Regione all’emergenza è una legge che aumenta il canone per 23.930 famiglie, ovvero il 77.7% dei nuclei familiari che dispongono di alloggio Erp – evidenziano i consiglieri regionali Dem – l’incremento medio del canone è del 20-30%, ma in alcuni casi, non pochi, l’affitto è addirittura triplicato”.

“E’ stato avviato lo sfratto (procedura di decadenza) per 4194 famiglie – continua la nota PD –  il 15%  delle 30.281 che hanno comunicato l’ISEE, a cui dobbiamo però aggiungere le 1341 che non lo hanno fatto, per un totale di  5,535 famiglie sfrattate, ovvero il 18,5%. La legge ha sicuramente avuto un impatto devastante. Inoltre, la morosità degli inquilini ATER nel 2018 è stata pari a 9.610.593, di cui 6.681.650 per l’Azienda veneziana e 2.926.000 per le altre sei. Si tratta di cifre imbarazzanti e da capogiro. Non riusciamo a capire cosa succederà adesso con l’aumento vistoso dei canoni”.

“Le sette Ater hanno a disposizione 37,761 alloggi che ospitano 32.143 famiglie – proseguono gli esponenti Democratici –  Esiste quindi una forbice tra alloggi occupati e non occupati di ben 5618 unità. Perché? Alcuni alloggi sono sfitti e in corso di assegnazione (1000), alcuni in vendita (630), ma la stragrande maggioranza sono da sistemare, da manutentare, un patrimonio di 4000 abitazioni sottratto all’assegnazione, con 14.500 nuclei familiari che hanno fatto richiesta di alloggio popolare”.

“La nuova Legge regionale (L.R. n. 39/2017)  –  ricordano i consiglieri regionali PD –  prevede l’applicazione dell’ISEE/ERP e le Ater hanno spedito 31.621 richieste; forse le altre 500 famiglie occupano alloggi Ater con convenzioni diverse? Sono pervenute 30.281 risposte, sotto forma di dichiarazioni ISEE, mentre non hanno dato riscontro 1341 famiglie. Immaginiamo che queste ultime abbiano redditi tali da non essere più titolari di alloggi Erp, sperando non si sia trattato invece di una comunicazione fallace o di distrazione per non consapevolezza, anche conoscendo la fragilità di molti inquilini di case popolari”.

“E nessun provvedimento è stato preso nei confronti dei ‘furboni’ – denunciano i consiglieri regionali –  la Regione ha scoperto che qualche assegnatario ha valori immobiliari ‘importanti’. Perché non sono stati fatti a suo tempo i dovuti controlli? Sarebbe bastato verificare le dichiarazioni dei redditi e fare un controllo incrociato con l’Agenzia delle Entrate. Perché le Ater non sono mai intervenute? E Zaia non può certo chiamarsi fuori dalle responsabilità per aver permesso il protrarsi di questa situazione. Non vogliamo difendere i furbi, chi non ha diritto alla casa popolare va espulso. Ma la sorte potrebbe colpire solo chi ha redditi dichiarati alti, invece quelli che hanno proprietà immobiliari o mobiliari enormi potrebbero nell’arco di 2 anni spostarli ad altri, familiari o fidatari, e farla così franca: della serie,fatta la legge, trovato l’inganno”.

“Noi vogliamo tutelare le categorie più fragili, ovvero pensionati o ultrasettantenni che hanno l’unica colpa di aver risparmiato una vita o di aver ricevuto la liquidazione dopo anni di sacrifici e lavoro e vengono ora messi alla porta perché superano i parametri – ribadiscono gli esponenti Dem – È possibile conteggiare il TFR nell’ISEE/ERP? Noi siamo contrari, l’avevamo già detto sia in Commissione che in Consiglio: adesso sembra che l’Assessore Lanzarin apra a questa ipotesi, meglio tardi che mai. Durante la discussione della legge avevamo anche chiesto l’inserimento di un canone di permanenza, una sorta di soglia di tolleranza, innalzando l’ISEE/ERP a 23/25mila euro, come già accade in altre Regioni. Proposta bocciata due anni fa, ora la Regione fa dietrofront. Ci avesse ascoltato a suo tempo, ora avremmo un problema in meno”.

“La gestione fallimentare degli alloggi ERP – concludono i consiglieri regionali del Partito Democratico – è solo l’ultima in ordine di tempo, della Giunta Zaia, capace solo di fornire servizi a costi insostenibili per le famiglie in difficoltà: basti pensare alle rette proibitive delle Case di Riposo, o al crescente ricorso alla sanità privata per chi non può permettersi di aspettare i tempi delle lunghe liste d’attesa del Sistema Sanitario Pubblico. E poi Zaia afferma di non mettere le mani in tasca ai veneti”.

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