L’eurodeputato Andrea Zanoni chiede che le risorse destinate alla costruzioni di nuove autostrade in Veneto siano destinate per risolvere la questione Electrolux. “Il lavoro è la vera priorità, non il cemento. Il governo abbatta il cuneo fiscale per rendere le nostre industrie italiane più competitive ma non a spese dei lavoratori”
“In Veneto sono in progetto o in costruzione molte grandi opere inutili o sovradimensionate come la Pedemontana Veneta, la Valdastico Nord e la Romea commerciale. Si tratta di progetti che prevedono la spesa di enormi risorse che potrebbero essere invece utilizzate per sostenere i lavoratori degli stabilimenti della Electrolux, le vere vittime della crisi economica”. Lo afferma l’eurodeputato PD Andrea Zanoni in merito al possibile taglio delle retribuzioni dei lavoratori e alla possibile chiusura dello stabilimento di Porcia (PN).
“Si continua a spendere per grandi opere come strade faraoniche sulle quali, se le fabbriche continuano a chiudere, non ci sarà più niente da trasportare. La vera emergenza italiana non è accontentare chi guadagna dai grandi appalti ma proteggere il lavoro di migliaia di italiani che rischiano di finire in mezzo a una strada o, alla meglio, ridotti a una paga da fame. Il Nord Est è stato la locomotiva d’Italia per decenni con questo sistema di strade, costruirne di nuove, dopo le delocalizzazioni e la crisi, è a dir poco schizofrenico”, aggiunge Zanoni.
“La vera rivoluzione da fare è abbattere il cuneo fiscale che pesa sul lavoro italiano per rendere le nostre industrie più competitive ma non a spese dei lavoratori, che non possono vedersi convertire gli stipendi ai livelli dei Paesi dell’Est Europa, dove il costo della vita costa è molto inferiore”, prosegue l’eurodeputato.
“Il governo prenda provvedimenti responsabili per bloccare l’emorragia di fabbriche che sta dissanguano l’Italia e si avvalga di quegli strumenti messi a disposizione dall’Europa per aiutare i lavoratori colpiti da ristrutturazioni aziendali come il Fondo sociale europeo e il Fondo di adeguamento alla globalizzazione”, conclude Zanoni che lo scorso novembre ha portato il caso all’attenzione della Commissione europea con un’interrogazione parlamentare.
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