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Confisca e riutilizzo dei beni delle mafie, ecco la nuova direttiva UE

Il Parlamento europeo approva una nuova direttiva sulla confisca e riutilizzo dei proventi della attività criminali anche in assenza di condanna e per i prestanome. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni: “Non ha senso mettere i criminali in prigione e lasciare che tutti quei soldi rafforzino le attività criminali. Bisogna utilizzare queste risorse per risarcire le vittime e a fini sociali”.

 

Il Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo una direttiva relativa al congelamento e alla confisca dei proventi di reato nell’Unione europea. Questa nuova normativa potrà essere chiesta per reati come quelli legati al traffico di droga, di armi, di essere umani, ma anche per pedopornografia e corruzione. La confisca potrà scattare anche in assenza di una condanna penale purché gli inquirenti siano convinti e possano dimostrare che i beni derivano da attività di natura criminale e potranno essere sottoposti a congelamento e confisca anche i patrimoni intestati a prestanome, a cominciare dal coniuge. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha così commentato: “Finalmente abbiamo a disposizione uno strumento europeo che ci permetterà di contrastare la criminalità organizzata in modo concreto, ovvero sui loro beni accumulati grazie ad attività illecite, a livello internazionale”.

 

 “Oggi meno dell’1% dei proventi di reato come il traffico di droga, la contraffazione, il traffico di esseri umani e il contrabbando di armi di piccolo calibro sono confiscati. Le nuove norme ci permetteranno di contrastare le organizzazioni criminali senza fermarci ai confini nazionali. Si tratta di un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata che negli anni ha allungato le sue mani in tutte le regioni d’Italia e d’Europa”, aggiunge l’eurodeputato.

 

“Non ha senso mettere i criminali in prigione e lasciare che tutti quei soldi rafforzino le attività criminali. Per questo abbiamo chiesto che i beni non siano solo confiscati ma anche utilizzati per il risarcimento delle vittime, il riutilizzo sociale o per rafforzare le leggi in materia”, conclude Zanoni.

 

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