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Caccia in deroga, mirino Ue puntato sulla Regione Veneto: minaccia sanzioni

La Direzione generale Ambiente della Commissione europea scrive all’Italia: la proposta sulla caccia in deroga veneta 2012-2013 è illegittima, se verrà approvata si finisce di nuovo di fronte alla Corte di Giustizia Ue e scattano le sanzioni.Zanoni (IdV): “Zaia e Stival non potranno dire di non essere stati avvisati”

 

“Il progetto di deroga per la stagione venatoria 2012-2013 predisposto dalla Regione Veneto presenta gli stessi vizi già dichiarati dalla Corte nella sentenza dell’11 novembre 2010 e nuovamente censurati dalla Commissione europea nella lettera di costituzione in mora inviata alla Repubblica italiana il 25 novembre 2011”. Questo si legge nella lettera inviata il 5 luglio 2012 dalla Direzione generale ambiente della Commissione europea alla Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione europea (IN ALLEGATO). “Zaia e Stival non potranno dire di non essere stati avvertiti. La caccia in deroga veneta è in palese violazione della direttiva Ue Uccelli. Niente scherzi o scattano le sanzioni”, è il commento di Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice presidente dell’intergruppo Benessere degli animali al Parlamento europeo.

 

“Se per la prossima stagione venatoria 2012-2013 venissero adottate in Italia deroghe illegittime, la Commissione europea non avrà altra scelta che presentare un secondo ricorso dinanzi alla Corte Ue proponendo l’imposizione di sanzioni pecuniarie contro la Repubblica italiana”, si legge sempre nella lettera. Già il Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik lo scorso 25 maggio aveva avvertito per iscritto il Ministro italiano Corrado Clini che se l’anno prossimo alcune regioni italiane ripresentano la caccia in deroga scattano le multe dell’Europa.

 

Secondo gli esperti della Commissione europea, la proposta di caccia in deroga del Veneto “non contiene una motivazione adeguata e non dimostra l’assenza di altre soluzioni soddisfacenti”. Inoltre “prevede il prelievo di quattro specie di uccelli che, secondo l’articolo 7 e l’allegato II della direttiva, non sono cacciabili in Italia” (Storno, Fringuello, Peppola e Prispola). E poi ancora il progetto “non dispone controlli specifici e rigorosi in aggiunta alla vigilanza ordinaria” e che il fatto che “i capi abbattuti vengano segnati nel tesserino venatorio non vale a rendere più efficaci gli eventuali controlli”. Infine il criterio delle “piccole quantità” utilizzato per la proposta di deroga si basa su stime fatte dall’INFS (oggi ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per la stagione 2005-2006 e poi riconosciute non valide dalla stessa INFS”.

 

“Di fronte a questo chiaro avvertimento da parte dell’Europa, mi auguro che Zaia e Stival non siano così irresponsabili da continuare sul sentiero minato della caccia in deroga – conclude Zanoni – Se così fosse, farò tutto il possibile affinché siano loro in prima persona a pagare le sanzioni che arriveranno da Bruxelles”.

 

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