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Caccia in deroga, lettera al Commissario Ue Potocnik

Andrea Zanoni e Niccolò Rinaldi scrivono al Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik sulla caccia in deroga: la modifica alla legge italiana non risolve la situazione di illegalità. “Grosso buco nell’acqua. Resta violata la direttiva uccelli”

 

I due Eurodeputati IdV scrivono al Commissario Ue all’Ambiente per denunciare l’inutilità delle modifiche introdotte dalla proposta governativa all’art. 19 bis della legge nazionale 157/1992 per contrastare la caccia in deroga in Italia. “Il Governo italiano non risolve la situazione d’illegalità attuale sulla caccia. L’Italia resta a rischio sanzioni da parte dell’Europa”.

 

Si tratta delle “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, testo di legge che avrebbe dovuto costituire la risposta alla messa in mora dell’Italia in seguito al non adeguamento alle diverse sentenze di condanna emesse dalla Corte di Giustizia europea e al continuare della caccia in deroga anche a specie protette dalla Direttiva Ue Uccelli in particolare in regioni come Veneto e Lombardia.

 

“Mancano alcune precisazioni cruciali come, ad esempio quanti uccelli possono essere abbattuti dagli avidi cacciatori in deroga. Inoltre, il parere dell’ISPRA viene equiparato al parere degli istituti regionali e non viene considerato vincolante ma puramente consultivo – spiegano i due eurodeputati – E ancora, manca l’individuazione di un unico controllore a livello statale con poteri di intervento in caso di provvedimenti regionali illegittimi. Ecco che infatti viene consentito alle regioni di creare degli Istituti regionali utili solo per dare dei pareri più facilmente “addomesticabili” in tema di caccia in deroga. E infine non vengono specificati quali saranno i rigidi controlli previsti durante le attività di deroga e viene prevista l’annotazione dei capi abbattuti nel tesserino venatorio solo al momento del loro recupero e non immediatamente dopo l’abbattimento”.

 

“Si tratta di un testo di legge che fa acqua da tutte le parti e rischia, non solo di non cambiare nulla nella realtà dei fatti, ma di lasciare l’Italia a rischio multe da parte dell’Europa”, commenta Zanoni. “La lista delle procedure d’infrazione a carico dell’Italia è già piuttosto lunga su questo tema, ci auguriamo di riuscire a scongiurare le durissime sanzioni economiche che ricadrebbero proprio sulle tasche degli italiani””, aggiunge Rinaldi.

A inizio luglio Zanoni e Rinaldi avevano scritto anche al Premier Mario monti per invitare il governo ad intervenire prima che a richiederlo sia l’Europa.

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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