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«Bocconi avvelenati, serve una legge con sanzioni severe»

Ad Albaredo d’Adige (VR), da fine dicembre 2013 ad oggi sono morti quattro cani per avvelenamento da lumachicidi e topicidi, dopo aver ingerito esche avvelenate disseminate lungo l’Adige. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «È ora di finirla con le ordinanze che sono soggette a scadenza. È necessaria una legge che preveda norme definitive con sanzioni chiare e precise che facciano da deterrente a questi delinquenti che mettono in pericolo la vita non solo degli animali, ma anche dei bambini che ingenuamente possono ingerire sostanze letali».

 

 Ad Albaredo d’Adige (VR), in soli tre mesi, sono morti quattro cani per avvelenamento da lumachicidi e topicidi, dopo aver ingerito esche avvelenate disseminate lungo gli argini dell’Adige. I bocconi killer sono mascherati in polpette, fette di prosciutto, cotenne o colli di pollo che nascondono sostanze letali come la stricnina, sostanza dichiarata illegale in Italia.

 

Il Ministero della Salute, con ordinanza del 14 gennaio 2014 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 3 marzo 2014, ha prorogato di 12 mesi quella del 10 febbraio 2012 recante “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”.

 

 L’eurodeputato PD Andrea Zanoni del Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento Europeo ha affermato: «È ora di finirla con ordinanze a scadenza. Sono necessarie leggi che contengano norme definitive, con sanzioni chiare e precise che prevedano pene severe che fungano da deterrenti. È dimostrato che contenitori sterili con data di scadenza, come le ordinanze, non sono sufficienti per affrontare il problema. Occorre procedere con indagini serrate per capire chi ancora prosegua con abitudini che un tempo venivano adottate dalle associazioni venatorie per eliminare le cosiddette specie nocive. Purtroppo la morte di questi poveri quattro cani è solo la punta dell’iceberg, perché le vittime sono in realtà decine se non centinaia, ma essendo animali selvatici nessuno ne denuncia la morte o la sparizione. Siamo di fronte a delinquenti senza scrupoli che mettono a rischio anche la vita dei bambini che, inconsapevoli, possono entrare in contatto con i veleni disseminati sul terreno».

 

BACKGROUND  

 

Il 13 giugno 2012, Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea in cui ha chiesto di far rispettare il divieto di utilizzare bocconi avvelenati in tutto il territorio dell’Unione Europea, alla luce anche del dettato delle Direttive Uccelli 147/2009/CE e Habitat 43/1992/CE che ne vietano l’utilizzo.  

 

Il 17 luglio 2012 il Commissario all’Ambiente Ue, Janez Potočnik, ha risposto a nome della Commissione ribadendo che “la Direttiva Uccelli e la Direttiva Habitat proibiscono esplicitamente tali metodi, insieme ad altre prassi simili non selettive e pericolose”. Pur affermando che “l’attuazione e l’applicazione della legislazione sono di competenza delle autorità degli Stati membri, la Commissione, consapevole del fatto che l’uso illecito di veleno rappresenti uno dei maggiori problemi per la conservazione di alcune specie a rischio di estinzione, ha finanziato diversi progetti LIFE che hanno direttamente affrontato il problema. I risultati e l’esperienza ottenuti da questi progetti contribuiranno a trovare modi possibili più efficaci per far fronte alla questione delle esche avvelenate in Europa”.

 

L’eurodeputato ha anche condotto un’indagine tra gennaio e maggio 2012, basata su segnalazioni di associazioni e notizie a mezzo stampa da cui sono emersi 282 casi di probabile avvelenamento in 11 regioni e 30 province italiane. È stato registrato in totale il coinvolgimento di ben 151 cani, 124 gatti e di alcune specie selvatiche (aquila reale, tasso, storno e colombo).

 

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