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Ambiente – Zanoni e Fracasso (PD): “Sbagliato trattare le cave nel collegato: era necessario stralciare l’articolo in attesa del Piano regionale”

“È sbagliato affrontare un tema come quello delle cave nel collegato al bilancio. È l’ennesima riforma che avremmo dovuto trattare a parte e invece è stata inserita all’interno del Pdl 194 senza alcuna urgenza se non quella di favorire un assalto alla diligenza”. A commentare i lavori in aula sull’articolo 61 del collegato “Disposizioni in materia di cave” sono i consiglieri del Partito Democratico Andrea Zanoni, vicepresidente della commissione Ambiente e Stefano Fracasso: “L’emendamento soppressivo dell’intero articolo aveva una sua logica, visto che stiamo parlando di un provvedimento che va a modificare la legge sulle cave del 1982 che prevede la dotazione di un Piano regionale. Lo stiamo aspettando da 34 anni e siccome in base a una sentenza del Tar dovremo approvarlo entro la primavera del 2017, la maggioranza avrebbe fatto bene ad accogliere il nostro emendamento. Affrontiamo il Prac (Piano regionale attività di cava), in commissione Ambiente, secondo le procedure previste e con le necessarie audizioni. Noi siamo favorevoli a una buona legge, non a un pasticcio inserito dentro al collegato”.

 

“Nonostante le modifiche della Giunta, vengono cancellati i vincoli per le cave in deroga per il Veronese e il Vicentino: viene tolto il parere vincolante della Provincia sull’autorizzazione agli ampliamenti e si elimina il limite massimo di suolo agricolo scavabile da ciascun Comune, fissato al 3%. E poi, perché derogare anche alla fascia di rispetto dei 200 metri da centri abitati, residenziali, industriali e commerciali?”, chiedono i consiglieri democratici, sottolineando poi come “non ci sia alcuna fretta”. “Inoltre – prosegue la nota – hanno bocciato il divieto di deroghe, ed è grave, per chi è già incorso in sanzioni, così come l’emendamento che dava potere decisionale ai Comuni. Sul mercato c’è ghiaia a sufficienza, considerando anche la crisi del settore dell’edilizia. Abbiamo quella della Superstrada Pedemontana Veneta, circa quattro milioni di metri cubi, del bacino laminazione delle Rotte del Guà a Trissino e di altre nella regione. Senza un piano c’è il rischio che cumuli di materiale rimangano nei cantieri delle infrastrutture del Veneto”.

 

“L’unica consolazione – concludono Zanoni e Fracasso – è l’approvazione di un nostro emendamento che esclude dalla possibilità di deroga le cave che estraggono sotto falda, ovvero quelle che estraggono la ghiaia dentro la falda acquifera”.

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