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Ambiente – Zanoni (PD): “Uragano in Veneto, Zaia sospenda la caccia per l’intera stagione nelle aree colpite dal disastro di fine ottobre, lo chiede l’Ispra”

Venezia, 29 nov. 2018  – “L’Ispra mi dà ragione: nelle zone devastate dal maltempo andava sospesa la caccia per l’intera stagione, visto che si è trattato di un sostanziale stravolgimento degli ecosistemi locali”. A renderlo noto è il Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni che nelle scorse settimane aveva scritto all’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale  (Ispra) chiedendo un parere su quanto fatto dalla Regione e sulle misure da adottare in futuro dopo la catastrofe che ha colpito parte del Veneto tra fine ottobre e inizio novembre. “Nella lettera arrivata oggi 29 novembre l’Ispra sottolinea come gli effetti di questo evento straordinario si protrarranno per anni e con impatto significativo anche sulla fauna selvatica. Non solo mortalità diretta causata dal crollo degli alberi, ben 100.000 ettari di foresta, ma anche distruzione dei siti di riparo e riproduzione, la riduzione della disponibilità trofica legata agli ambienti danneggiati, lo spostamento di animali dagli areali normalmente utilizzati ad altre aree, con rischio di aumento della mortalità. Animali che l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale cita esplicitamente: si tratta del francolino di monte, gallo cedrone, fagiano di monte, che è specie cacciabile, oltre ad alcun rapaci diurni. A cui vanno aggiunte numerose specie di uccelli che normalmente trovano rifugio nei boschi: picchi, beccaccia, colombaccio e ghiandaia, queste ultime tre specie cacciabili”.

“Nella lettera avevo evidenziato – puntualizza Zanoni – vista la drammatica situazione con le consistenti perdite subite da queste specie, la necessità di rivedere i piani di abbattimento che si basano su censimenti ormai stravolti. E infatti l’Ispra sottolinea come i parametri demografici su cui si basa la pianificazione venatoria regionale e provinciale non rispondano più al reale quadro faunistico. Perciò, scrivono nella risposta, ‘considerata l’eccezionalità della situazione ambientale e faunistica e seguendo un necessario principio di cautela’ andrebbe considerata la chiusura del prelievo venatorio per tutta la stagione sulle specie ornitiche e su tutta la piccola selvaggina nelle zone interessate dai danneggiamenti forestali, inclusa una fascia territoriale contigua di un chilometro. Adesso Zaia non ha più scuse. C’è un parere autorevole a favore della chiusura della caccia che ho consegnato in copia questa mattina nelle mani dell’assessore competente Giuseppe Pan, lo segua anziché continuare a schierarsi dalla parte di una piccola lobby estremista e minoritaria di cacciatori, che avrebbe voluto sparare nelle aree colpite dal disastro già il giorno dopo l’uragano. Servono decisioni urgenti – insiste in chiusura Zanoni – perché il decreto 151 del 16 novembre scorso che sanciva il divieto di caccia relativo a soli 14 comuni del bellunese e alle sole aree disastrate, scade oggi 29 novembre. Ribadiamo dunque la necessità di estenderlo a tutta la stagione venatoria come richiesto dall’Ispra e in aree ben più vaste e con una fascia di rispetto di un chilometro anziché dei 500 metri previsti”.

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