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Ambiente – Zanoni (PD): “Trivelle nel Delta, Zaia continua a tacere. L’ambiente è l’ultimo dei pensieri di questa Giunta”

Venezia, 28 gen. 2019  – “Ancora Zaia non ha ritrovato la parola: il suo silenzio sulle trivellazioni in Alto Adriatico è imbarazzante: ma è lo stesso presidente che tre anni fa era in prima fila al referendum? Troppo comodo schierarsi a seconda di chi governa. Adesso sta zitto per non entrare in rotta di collisione con il suo capo Salvini. È un atteggiamento opportunista e conferma come l’ambiente, se mai ci fossero dubbi, sia uno degli ultimi pensieri di questa Giunta”. È duro il giudizio del Consigliere regionale Andrea Zanoni (Partito Democratico) che interviene in merito alla “mancata presa di posizione di Zaia sul nuovo accordo Lega-Cinque Stelle in materia di trivellazioni; sono 15 quelle autorizzate, quattro in mare di cui ben tre nell’Adriatico. Siamo particolarmente preoccupati per la piattaforma Teodorico al largo del Delta del Po: il Polesine ha già pagato un prezzo altissimo per i gravi danni da subsidenza causate dall’estrazione di idrocarburi. I motivi per cui ci siamo schierati al referendum del 2016 sono sempre validi, Zaia deve impegnarsi per difendere il Veneto e i suoi cittadini. Veneto che va da Belluno al Polesine, non è solo le Colline del Prosecco o le Olimpiadi di Cortina. Le trivellazioni sono ancor più pericolose se consideriamo che il Governo non ha vietato l’utilizzo degli airgun – puntualizza il Consigliere – metodo di ricerca che crea gravissimi danni all’ittiofauna, come delfini e tartarughe di mare, e alla pesca. Inoltre manca l’introduzione di valutazioni sul pericolo di incidente rilevante, che l’esecutivo non ha ancora preso in considerazione, necessaria soprattutto se si va trivellare nei pressi di territori particolarmente fragili, come appunto il Polesine. Zaia rilegga le dichiarazioni del 2016 e dica se ha cambiato idea o se quelle parole erano semplice propaganda politica”.

 

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