“Il Progetto di Legge sul consumo di suolo, da ‘madre di tutte le battaglie’, è diventato quasi una barzelletta e qualcuno dovrebbe avvisare Zaia per non trovarci di fronte a brutte sorprese, come sul caso Pfas. Dopo mesi di lavoro in Commissione e sottocommissione, la Legge è stata annacquata, svilita e depotenziata a suon di esclusioni e deroghe. Quel che è rimasto, non serve più a salvare il Veneto, la seconda Regione più cementificata d’Italia”.
Lo afferma in una nota, con riferimento ai risultati del ‘Dossier- Pfas’, commissionato dalla Regione, il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni che osserva come “hanno addirittura omesso dai principi generali dell’articolo 1 il riferimento all’obiettivo, fissato dall’Unione Europea, del consumo di suolo zero entro il 2050. E questo Zaia lo sa? Come da copione, il Governatore infatti ha scaricato le responsabilità sui propri Assessori Coletto, Bottacin e Pan, rei di non averlo informato, nonostante il report desse risultati preoccupanti, visto che si parla di effetti ‘anche mortali’ dovuti alle contaminazioni nelle acque e di rischi specifici per donne in gravidanza e neonati”.
“Zaia evidentemente – prosegue il vicepresidente della Commissione Ambiente – è distratto da altro e non conosce i reali problemi dei veneti, che non sono certo il bilinguismo o le sanzioni per chi disturba i cacciatori. Spero, quindi, che il Governatore riservi un’attenzione diversa nei confronti della Legge sul consumo di suolo, e pertanto lo esorto ad informarsi prima che sia troppo tardi. Zaia è il Presidente della seconda Regione italiana per consumo di suolo, dietro solo alla Lombardia, e ha guidato la Provincia di Treviso, la più cementificata del Veneto. Non può quindi permettersi pericolose distrazioni in ordine ad una piaga che ha portato al massacro del nostro territorio e al crollo della qualità della vita dei veneti”.
“È questa una Legge che non regge – denuncia il consigliere regionale – perché non c’è coerenza tra gli obiettivi enunciati nei primi articoli, sicuramente condivisibili, e il resto del testo, che invece prevede un numero eccessivo di esclusioni dall’applicazione della norma e deroghe che vanno a vanificare ogni obiettivo, visto che si andrà ad incidere su circa il 15% del suolo. A questo, si aggiunge la possibile sovrapposizione o contrapposizione con la Legge – Quadro nazionale sul consumo di suolo, attualmente all’esame del Parlamento”.
“Perciò – conclude Andrea Zanoni – sarebbe stato meglio attendere l’approvazione di questa norma per evitare conflitti e contenziosi ed evitare così di modificare una norma regionale ancora prima che entri a regime”.