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Ambiente – Zanoni (PD): “Impianti di cremazione, un altro provvedimento pieno di contraddizioni e a rischio contenziosi legali”

Venezia 27 feb. 2019 –      “Quello approvato ieri è un ‘non piano’, un provvedimento che si contraddice più volte e, come altri approvati negli ultimi mesi, a rischio contenziosi legali. Il nostro voto contrario era inevitabile, nonostante non ci sia alcuna preclusione ideologica verso questi impianti”.

 

Con queste parole, il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni, boccia “il Piano regionale di coordinamento per la realizzazione dei crematori, che ha avuto il via libera dall’Assemblea Legislativa di Palazzo Ferro Fini con 30 sì, 15 no e un astenuto”. 

 

“È un atto estremamente contraddittorio, sono previsti 14 impianti, ma è anche scritto che i nuovi forni debbano essere distanti l’uno dall’altro almeno cinquanta chilometri – spiega l’esponente Dem –  Se mettiamo le circonferenze, che avranno un diametro di cento, quanti impianti potranno essere realizzati in Veneto? Inoltre, non potranno essere costruiti in Parchi nazionali e regionali, aree di Rete Natura 2000 e a tutela paesaggistica.

 

Con tutte queste prescrizioni, molto presumibilmente la quota scenderà a uno o due impianti per tutto il Veneto e, in ogni caso, 14 sono troppi, pensiamo al pesante impatto in un'area dove lo smog ristagna. La Pianura Padana è la camera a gas d’Europa, siamo già in procedura di infrazione sulla Direttiva sulla qualità dell’aria”.

 

“Questo Piano, così strutturato, rischia di innescare contenziosi e ricorsi al TAR infiniti – sottolinea il Vicepresidente della Commissione consiliare Ambiente –  È un modo di legiferare che abbiamo già visto, sbagliato, che non tutela i cittadini e le amministrazioni comunali. È stato fatto indubbiamente un bel pasticcio, ma ciò accade quando si vuole approvare un provvedimento di competenza ambientale senza voler sentire la competente Commissione”.

 

“Il Consiglio regionale –  conclude Andrea Zanoni – ha sbagliato a bocciare la nostra proposta di inoltrare alla Commissione Ambiente il provvedimento prima dell’approvazione in aula. Sulla competenza non ci sono dubbi, perché su 40 pagine di documento, ben 38 sono un allegato di Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto”.

 

 

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