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Ambiente – Zanoni (PD) e Dalla Libera (Veneto Civico): “No alla diga di Falzè, la Regione non ignori il Piano stralcio per la sicurezza idraulica”

Il caso della diga di Falzè approda in Consiglio regionale. Dopo le proteste dei sindaci, ecco l’interrogazione a risposta immediata presentata da Andrea Zanoni del Partito Democratico (vice presidente della Commissione Ambiente) e sottoscritta dal collega di Veneto Civico, Pietro Dalla Libera, in cui chiedono chiarimenti alla Giunta sulla delibera che dà l’ok alla redazione del progetto di fattibilità, tecnica ed economica, per la messa in sicurezza del medio e basso corso del Piave che non esclude la possibilità di realizzare la diga.

“È grave che la Regione non tenga conto degli interventi previsti nel Piano stralcio per la sicurezza idraulica approvato con Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 2 ottobre 2009, in cui questa soluzione veniva esclusa, individuando una serie di casse di espansione da realizzare lungo l’asta del fiume secondo un ordine di priorità – spiegano i due consiglieri – Il 22 marzo 2012 il Consiglio regionale approvò quasi all’unanimità, con un solo voto contrario, un ordine del giorno che impegnava la Giunta a respingere l’ipotesi della diga, un no ribadito anche dal presidente Zaia in un’intervista di qualche anno fa. Evidentemente il presidente, pure su questo argomento, ha cambiato idea”. Nella nota diffusa dai due consiglieri si legge che“il progetto si basa su uno studio presentato nell’aprile scorso dal professore Luigi D’Alpaos che di fatto ripropone la realizzazione di una diga a Falzè di Piave per trattenere un volume di circa 40 milioni di metri cubi d’acqua, sostenuta da un altro invaso da costruire più a monte. Un progetto contro cui si sta battendo anche il Comitato dei cittadini”.

“Le criticità sono molte – aggiungono Zanoni e Dalla Libera – L’area dell’invaso è assai permeabile, date le numerosissime cavità carsiche presenti su entrambi i lati. Inoltre, dal punto di vista idraulico, la realizzazione dell’invaso provocherebbe un innalzamento delle falde e inciderebbe direttamente sul deflusso dei numerosi corsi d’acqua della Piana Sernagliese con il rischio di inondazioni degli abitati di Fontigo, Falzè, Sernaglia e Moriago. Non dimentichiamo poi che la diga ricadrebbe nel territorio di produzione del Prosecco, candidato al riconoscimento Unesco, danneggiandolo in modo irreparabile. Infine c’è l’aspetto paesaggistico, dato che la zona è una meta scelta ogni anno da migliaia di visitatori per le bellezze storiche e naturalistiche, come il percorso delle Volpere che testimonia la presenza di insediamenti dell’uomo preistorico. Come si può vedere, quindi, ci sono molti buoni motivi per rinunciare alla diga: la Giunta faccia un doveroso passo indietro”.

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