“Per l’acqua dei fiumi non ci sarà più l’obbligo del deflusso minimo vitale (DMV) - spiega il Consigliere - ma si farà riferimento a quello ecologico (DE) molto più stringente e che salvaguarda maggiormente l’ecosistema dei fiumi. Per il Piave significa che sulla presa a Nervesa della Battaglia si passerà dal rilascio odierno di 10 metri cubi al secondo a 27,33. Un vero stravolgimento, con ben 21mila ettari di terreni che vedrebbero messo in discussione l’approvvigionamento idrico. Per questo nel corso dei lavori ho sottolineato la necessità di un piano che permetta di risparmiare acqua. Il deflusso ecologico avrà ripercussioni sul funzionamento di 49 centrali idroelettriche e sull’ecosistema; è stato accertato con prove tecniche che ci sarebbero conseguenze sul fiume Sile, dove convogliano molte delle acque deviate dal Piave”.
“Dagli interventi dell’Autorità di bacino delle Alpi orientali, Consorzi di bonifica, rappresentanti delle associazioni agricole e anche dell’Enel - fa sapere Zanoni - è emerso che i fiumi, a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, soffrono di due situazioni diametralmente opposte ma ugualmente gravi: o troppa acqua, con problemi di allagamenti, o troppo poca a causa della siccità. A questo proposito ho proposto la realizzazione di bacini di accumulo nelle decine di cave dismesse, ognuna delle quali potrebbe contenere da mezzo a un milione di metri cubi in più, utili nel periodo maggiormente critico, tra giugno e agosto”.
“Serve sicuramente un piano straordinario per tutelare questo bene prezioso - aggiunge in chiusura Zanoni - e credo che il nostro emendamento approvato all’interno del Defr, utile a rivedere norme e piani con la lente della sostenibilità visti i cambiamenti climatici, di cui ero primo firmatario, torni utili anche per affrontare un problema così importante”.