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Ambiente – Zanoni (PD): “Da Arpav dati allarmanti: aumenta la presenza di pesticidi nelle acque venete. Serve cambiare rotta, puntando su agricoltura sostenibile e biologica”

(Arv) Venezia 16 lug. 2020 –  “I dati illustrati, oggi da Arpav, in Seconda commissione sono sconcertanti: nelle acque venete c’è una presenza sempre maggiore di sostanze chimiche, soprattutto pesticidi, spesso al di sopra dei limiti tollerati. Non possiamo attendere oltre per cambiare direzione. Servono non solo norme maggiormente restrittive e sanzioni più severe, ma una politica regionale che in tema di agricoltura metta al primo posto la sostenibilità ambientale, puntando sulla riconversione bio e vietando prodotti nocivi per la salute e l’ecosistema”. È quanto dichiara in una nota il consigliere regionale Andrea Zanoni (Partito Democratico) e vicepresidente della commissione Ambiente, al termine dei lavori della seduta odierna, dove è stata illustrata la Rendicontazione sulla Legge speciale per Venezia e la Pda n. 124 collegata, con la proposta di riallocazione delle risorse disponibili. 

“La Pda n. 124, verrà discussa martedì p.v. in Consiglio regionale, ultima assemblea della X legislatura, e di cui lo stesso Zanoni sarà correlatore. Nell’ambito della Rendicontazione – spiega il consigliere – ci è stato illustrato un rapporto che riguarda lo stato ecologico dei corpi idrici del bacino scolante della Laguna che interessa fiumi, corsi d’acqua e falde ricadenti in quattro province: Venezia, Treviso, Vicenza e Padova. Tabelle e grafici, mostrati, illustrati dai funzionari Arpav hanno evidenziato un preoccupante incremento di pesticidi. Nel bacino scolante, come nei fiumi Dese, Zero, Marzenego e Bacchiglione, la somma totale degli erbicidi ha un indice superiore a due, maggiore di quanto previsto dal D. Lgs. n. 152/2006. Nei corpi idrici di Fossa monselesana e Canale dei cuori balzano agli occhi la presenza di prodotti vietati come il chlorpyrifos, un insetticida estere fosforico, la cibutrina, proibita dal 2006 o addirittura il dichlorvos un insetticida fuori legge addirittura dal 1991”.
“ In questo caso, viene da chiedersi se è una molecola così resistente da durare trent’anni, oppure se c’è qualche delinquente che lo usa ancora. Le cronache dei giorni scorsi, hanno infatti documentato un traffico miliardario di pesticidi vietati provenienti dalla Cina, dove la vendita è purtroppo consentita. Anche per le falde acquifere – prosegue Zanoni – il quadro è in peggioramento: i dati relativi al 2019, mostrano la presenza di sostanze chimiche molte delle quali non presenti nel 2018. In provincia di Treviso, per esempio, l’elenco è lungo: a Castelfranco Veneto si superano i valori per quanto riguarda i nitrati, a Loria, Casale sul Sile e Resana quelli di metolachlor, a Montebelluna pesticidi, glifosate e ampa, prodotto di degradazione del glifosate, a Vedelago nitrati e metolachlor a San Biagio di Callalta pesticidi, metolachlor e dimetomorf, un anticrittogamico. Nel corso dell’illustrazione del rapporto, il funzionario Arpav ha anche riportato gli allarmanti dati relativi alla vendita dei pesticidi in Veneto: solo nel 2019 ben 425 tonnellate di glifosate e 119 di metachlor”. 
“Ci stiamo avvelenando un po’ alla volta, circondandoci di sostanze pericolose per l’ambiente e la nostra salute. E nonostante gli allarmi che arrivano da più parti, il trend è in aumento. In Veneto, continuano a espandersi le coltivazioni ad altissimo uso di chimica di sintesi, tra l’altro generosamente finanziate dalla Regione con soldi pubblici e questi sono i risultati. È indispensabile e non più rinviabile sostenere seriamente la riconversione biologica dell’agricoltura, mettendo definitivamente al bando prodotti nocivi per la salute e l’ecosistema”, conclude Andrea Zanoni. 

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