ANDREA

ZANONI

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La beffa della legge veneta contro i cani a catena approvata per secondi fini.

 

Questa legge era stata venduta a tutti come la legge che avrebbe tolto definitivamente le catene ai cani, dietro invece si celavano dei secondi fini smascherati poi dai funzionari del ministero dell’ambiente.

Chi come me da sempre si occupa di benessere degli animali chiede delle norme che vietino questo anacronistico modo di tenere in costrizione i cani legandoli con le catene, spesso cortissime ed attorcigliate.

In Veneto Leonardo Padrin, capogruppo di Forza Italia e consigliere regionale ha pensato bene di introdurre questa modifica inserendo però una seconda e breve disposizione di legge, dietro alla quale si celava la volontà di liberalizzare “strutture e recinzioni” anche in aree protette come i siti di Rete Natura 2000, i parchi, ecc.

Nella legge infatti, grazie ad un emendamento tirato fuori solo in aula e al quale evidentemente i consiglieri di opposizione non hanno dato il dovuto peso, viene previsto che “Le strutture e le recinzioni, realizzate (…omissis …)  sono sempre consentite, anche in deroga alla normativa regionale e agli strumenti territoriali, ambientali, urbanistici ed edilizi”.

Questa norma avrebbe consentito ai soliti furbi, o furbetti che dir si voglia, di realizzare in deroga e anche in aree protette, con la scusa di non tenere il cane a catena, “strutture e recinzioni” senza rispettare le procedure previste dalle direttive europee e le norme paesaggistico urbanistiche di tutela del nostro territorio e ambiente.

Ad esempio, nel Parco dei colli Euganei (tutelato da una legge regionale e dalle Direttive europee essendo un Sito di Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000 che tutela importanti aree naturali a livello europeo) si sarebbero potuti realizzare in libertà “strutture e recinti”, questi ultimi tra l’altro poco conciliabili con la necessità degli animali selvatici di muoversi liberamente. 

Trovo a dir poco vergognoso che si utilizzino i legittimi sentimenti e aspettative delle cittadine e dei cittadini sensibili agli animali che non vogliono vedere i cagnolini a catena, per far passare delle norme utili a fare i propri comodi in aree protette magari a scapito di altri animali come quelli selvatici.

Bastava prevedere il semplice divieto di detenzione dei cani a catena e stabilire chiare modalità alternative di detenzione di questi, specificando tipologie di strutture e superfici minime di detenzione per risolvere il problema senza incorrere nel ricorso del governo (vedi qui sotto testo dell'impugnativa del Governo ed il testo di legge).

A scanso di equivoci va comunque detto che il divieto di detenzione di cani a catena resta valido ed entrerà in vigore il 9 gennaio 2015, il Governo infatti non mette assolutamente in discussione tale divieto che permarra' indipendentemente dal pronunciamento della Corte Costituzionale.

Il nostro Padrin, capogruppo di Forza Italia, approfittando dell’ignoranza dei più, in seguito alla impugnativa del governo ha addirittura aperto una pagina facebook (PAGINA FACEBOOK http://goo.gl/oNySOg ) nella quale fa intendere che il governo Renzi vuole i cani a catena. Come siamo scesi in basso!

Andrea Zanoni

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