Ieri Susy se ne è andata.
Aveva superato da poco il traguardo dei 19 anni, ricordo ancora quella piovosa domenica quando l’ho vista venire al mondo dal veterinario.
Il padre di Susy era Rasty, un trovatello dal carattere giocoso e affettuoso, che aveva pochi mesi quando l’ho adottato.
Ricordo ancora quanto Rasty fosse emozionatissimo il giorno in cui fece ingresso in casa Lilla, la futura mamma di Susy, dopo che la signora anziana con cui viveva era venuta a mancare.
Fin dal primo giorno, Rasty e Lilla sono sempre stati inseparabili; in vecchiaia, adoravano addirittura dormire nella stessa cuccia.
Quando Lilla aveva circa dieci anni, avevo paura che un rigonfiamento sospetto al ventre potesse nascondere qualcosa d’infausto; … non avrei mai immaginato che si trattasse di una gravidanza e che, di lì a poco, avrei assistito alla nascita della Susy, partorita sul tavolo dell’ambulatorio veterinario in un pomeriggio d’inverno in cui diluviava.
Unica, non solo perché era stata partorita lei sola, ma anche per la dolcezza e la fedeltà che la contraddistinguono da sempre.
I ricordi di lei non si contano. La ricordo quando a pochi mesi iniziò a correre con le gambe posteriori appaiate come una lepre, quando dovetti assisterla per una settimana facendole una quarantina di punture per salvarla da un boccone avvelenato, quando fino all’età di sette otto anni a comando mi saltava agilmente in braccio dopo una breve rincorsa, le lunghe passeggiate in montagna dove percorreva con me chilometri e chilometri senza mai stancarsi, il suo calore quando stava con me in divano.
La mia mascotte, la mia “vecchietta” preferita ora se ne è andata.
Susy se ne è andata questa notte, nel sonno, sotto la sua calda copertina nella sua quasi inseparabile cesta.
Ora mi piace pensarla giovane che gioca e rincorre Argo, suo vecchio compagno di giochi passato a miglior vita ancora undici anni fa.
Ciao Susy, ci hai lasciato un vuoto enorme.
