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Piano Faunistico Venatorio. Azzalin e Zanoni (PD): Proroga espone Veneto ad impugnazioni e infrazioni

“L’ennesima proroga all’ormai vecchio Piano Faunistico Venatorio vanifica gran parte del lavoro fatto fino ad oggi per elaborare un nuovo Piano aggiornato. Ed espone il Veneto ad impugnazioni perché la Regione prolunga la durata di un provvedimento ormai superato sul piano scientifico e in infrazione delle direttive europee”. La presa di posizione è del consigliere regionale del PD e vice presidente della Terza Commissione, competente in materia di caccia, Graziano Azzalin. Questo alla luce del voto d’aula che ha sancito la proroga al Piano Faunistico Venatorio, in vigore dal 2007. In veste di correlatore di minoranza al provvedimento, Azzalin ha evidenziato come “per preparare il nuovo Piano sono stati spesi tanti soldi pubblici in consulenze e studi preparatori: ben 183.000 euro, ai quali vanno aggiunti i costi del lavoro degli uffici regionali. Tutte risorse e tempo che ora, con questa proroga, vengono gettati alle ortiche. Così facendo, non solo si lascia nella più totale incertezza gli stessi cacciatori, un mondo che invece si aspetta regole precise, ma soprattutto si lascia nell’abbandono il fronte delle tutele in agricoltura. Un settore nel quale si sono raggiunti livelli ormai preoccupanti di pericolosità e di quantità di danni prodotti”.

 

Osservazioni critiche sono giunte anche dal democratico Andrea Zanoni, vice presidente della Commissione Ambiente, presentatore di un emendamento che è stato respinto: “la maggioranza ha bocciato la proposta di concedere 30 giorni di tempo per consentire ai cittadini di chiedere il divieto di caccia nei terreni di proprietà. Di fatto, con questa proroga, si nega ulteriormente, ormai da 5 anni, un diritto che è sacrosanto, sancito dalla legge nazionale sulla caccia”.In conclusione Azzalin e Zanoni assicurano che “comunque non abbasseremo la guardia. Dopo la sessione di bilancio la Giunta non avrà più alibi: si dovrà aprire un confronto a tutto campo sulle linee di intervento che intende concretizzare in un nuovo Piano. Un provvedimento che non può più attendere: lo si porti quanto prima all’attenzione della Commissione e di tutti i soggetti che possono contribuire alla sua definizione. Il Veneto deve dotarsi rapidamente di un Piano utile e al passo con l’evoluzione normativa, dell’ambiente, della morfologia del territorio e della salvaguardia della biodiversità”.

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