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Massacro delfini in Giappone, l’Ue sia modello per il mondo intero

Il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso risponde alla lettera dell’eurodeputato Andrea Zanoni sulla caccia ai delfini in Giappone. Cetacei protetti nei mari europei ma l’Unione europea è impotente nei confronti dei paesi terzi. Zanoni: “Prendo atto dei limiti d’azione europea nei confronti dei paesi che non fanno parte dell’Unione. La legislazione ambientale europea diventi un modello per il resto del mondo”.

“Mentre le politiche e la legislazione europee garantiscono una rigorosa tutela di tutti i cetacei (balene, delfini e focene) nelle acque comunitarie, ci sono pochissimi mezzi a disposizione per intervenire in materia di diritti dei paesi terzi di cacciare i delfini all’interno delle proprie acque”, si legge nella risposta firmata dal Capo Unità “Sostenibilità globale, Commercio e Accordi Multilaterali” della Direzione Generale Ambiente della Commissione europea a nome del Presidente Barroso, alla lettera mandata dall’eurodeputato Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e vice presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, in merito alla pesca dei cetacei in Giappone (oikomi).

 

“Purtroppo sembra non ci siano appigli legislativi per spingere il Giappone a rinunciare a questa assurda mattanza. La normativa europea resta un modello di civiltà e protezione della biodiversità per tutti i paesi del mondo. Mi auguro che con il tempo l’Ue riesca a far valere il proprio peso diplomatico nei confronti di tutti quei paesi, come il Giappone, ancora ancorati ad abitudini e tradizioni barbare e incivili”, è il commento di Zanoni.

 

“Ricordo che in Europa l’introduzione dei cetacei a fini prevalentemente commerciali è vietata, compresa l’esposizione al pubblico in zoo e delfinari. Purtroppo a volte queste regole vengono aggirate con la scusa della ricerca scientifica o con animali allevati in cattività, ed ecco situazioni estreme come il delfinario di Rimini, del quale ho già chiesto la chiusura alle autorità competenti”, aggiunge l’eurodeputato.

 

NOTE

 

Zanoni aveva denunciato a Bruxelles che ogni anno, da settembre a marzo, i pescatori giapponesi catturano e uccidono in modo brutale circa 22.000 piccoli cetacei tra tursiopi, stenelle, grampi, globicefali, pseudorche e focene.

 

All’interno dell’UE, la cattura o l’uccisione di cetacei è vietata ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora. La vendita o lo scambio di queste specie è vietata anche dagli Stati membri dell’UE in base alla stessa direttiva.

 

L’introduzione di cetacei nella Comunità a fini prevalentemente commerciali è vietata, ai sensi del regolamento 338/97/EC del Consiglio relativo alla protezione di specie della flora e fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio, che attua le disposizioni della Convenzione internazionale sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES) nell’UE. Tutte le specie di cetacei sono incluse nell’allegato A di tale regolamento e, di conseguenza, l’importazione di esemplari selvatici di delfini nell’UE per fini commerciali è vietata.

 

La lettera, firmata anche dagli eurodeputati italiani Cristiana Muscardini e Niccolò Rinaldi, chiedeva alla Commissione europea di utilizzare la propria influenza diplomatica e le numerose normative internazionali che proteggono queste specie migratrici, per dissuadere il Giappone dal continuare questa barbara pratica.

 

Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni

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