ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Impianto di trattamento di rifiuti pericolosi: un nervo scoperto a Motta di Livenza.

Le minacce di querela del Centro Risorse non devono intimorire cittadini, comitato e minoranze del Consiglio comunale.

Giovedì sera 19 marzo ho partecipato a Motta di Livenza (TV), in veste di relatore, ad un incontro organizzato dal Partito Democratico 4 Comuni (Motta, Cessalto, Chiarano e Gorgo) in collaborazione col circolo PD di Oderzo, dal titolo “Guarire il Veneto si può” durante il quale ho affrontato alcuni dei gravi mali che affliggono la nostra regione ed il modo e le strade per poterli risolvere a favore dei cinque milioni di cittadini veneti.

Oltre a questioni come la Green Economy e i nuovi posti di lavoro, l’innovazione tecnologica utile a rilanciare l’economia in Veneto che attualmente risulta solo nona nella classifica nazionale, l’aria avvelenata che respiriamo da anni e la procedura di infrazione dell’UE sulle direttiva sulla qualità dell’aria, il consumo del suolo e le recenti normative regionali che facilitano la costruzione di nuovi capannoni da 1500 metri quadri nei terreni agricoli vincolati, lo scandalo del Mose e le responsabilità politiche di Zaia e la sua giunta nella vicenda, ho affrontato anche il tema dell’impianto di trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi dell’area industriale Sud di Motta di Livenza tanto contestato dai cittadini di Motta, Cessalto e Chiarano, da un comitato sorto appositamente e dalle opposizioni sedute in consiglio comunale.

Durante la mia esposizione, aiutata con una presentazione di alcune slide, relative all’impianto dei rifiuti pericolosi, ho proiettato anche una lettera del Servizio Controllo Ambientale del Dipartimento Provinciale di Vicenza dell’ARPAV, datata 6 agosto 2013, con oggetto “richiesta di accesso agli atti relativo all’episodio di radiocontaminazione da CS-137 accaduto il 13/01/04 presso acciaieria Beltrame di Vicenza” a me indirizzata dall’agenzia vicentina  in seguito ad una richiesta sulla destinazione dei rifiuti radioattivi provenienti da detta acciaieria.

Durante la mia esposizione ho riportato alla lettera quanto contenuto nel documento dell’ARPAV: i rifiuti di questo incidente, accaduto nel 2004 e che aveva creato problemi di contaminazione da radiazioni in quel di Vicenza in seguito alla fusione di materiale ferroso radioattivo, erano stati destinati a diversi impianti e “in data 1/10/2007 sono stati allontanati n°28 big bags contenenti le maniche filtranti e conferiti all’impianto della ditta  Centro Risorse di Motta di Livenza (TV)”.

Durante la conferenza inoltre non ho mai avanzato nessuna ipotesi di reato: questo, eventualmente, spetterà alla magistratura!

In data domenica 22 marzo i quotidiani locali riportano l’intenzione del Centro Risorse, che si è basato su titoli e ricostruzioni giornalistiche,  di querelare lo scrivente “per gravissime affermazioni rivolte contro la nostra azienda” aggiungendo che “chiunque metterà in dubbio l’onorabilità e la professionalità del Centro Risorse e del nostro lavoro sarà querelato”.

Tale presa di posizione francamente stupisce dato che il sottoscritto non solo ha reso noto un documento dell’ARPAV, evidentemente scomodo, mostrandolo al pubblico e rendendosi disponibile, davanti all’intera platea, di fornirlo direttamente all’amministratore delegato del Centro Risorse presente alla nostra conferenza, tale Giuseppe Carraro, ma tanto più se si considera che, tra l’altro, lo stesso Carraro aveva avuto parole di apprezzamento per la conduzione della serata.

Chi ha scritto la lettera è l’ARPAV, non il sottoscritto che ne ha solo dato comunicazione ai cittadini. Viene da pensare di aver evidentemente toccato un nervo scoperto dato che, piuttosto di fornire spiegazioni ai cittadini in merito ai rifiuti radioattivi, sembra che il Centro Risorse preferisca minacciare querela (e non solo al sottoscritto).

Al posto di banali tentativi di intimorire con questa minaccia di querela,  sarebbe doveroso semmai chiarire la questione dei rifiuti radioattivi contaminati da Cesio.

Credo che i cittadini di Motta di Livenza meritino di sapere non solo se e quanti rifiuti radioattivi sono transitati o transiteranno tra le loro case e strade ma anche qualche informazione in merito agli incendi che in passato si sono verificati proprio al Centro Risorse (La stampa locale riporta notizie di incendi verificatesi a gennaio 2005, luglio 2008, luglio 2010 e maggio 2011), quali materiali o rifiuti sono andati in fumo? In che quantità?  Quali sostanze sono state eventualmente sprigionate nell’aria? Quali garanzie ci sono adesso affinché non si verifichino mai più questi incidenti?

Invito comitato, cittadini e le minoranze a non farsi intimorire da pretenziose e a mio avviso ingiustificate minacce di querela e garantisco loro il mio totale appoggio e sostegno nella loro sacrosanta opera di tutela del nostro ambiente e della nostra salute.

Concludo rassicurando tutti che non sono certo le minacce di querela a farmi paura, piuttosto ciò che mi fa paura è la pressoché assenza e silenzio dell’amministrazione comunale di Motta di Livenza, con particolare riferimento a sindaco e assessore all’ambiente, in questa vicenda.

Perché il comune di Motta non ha presentato nessuna osservazione alla Commissione VIA -Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Veneto, entro i termini di legge (28 febbraio 2015), sul progetto di ampliamento del Centro Risorse che vede quasi triplicare la quantità di rifiuti stoccabili? Perché il sindaco non ha chiesto alla Commissione VIA, avendone facoltà, l’istanza pubblica ?

A queste e ad altre domande attendiamo tutti risposte.

Andrea Zanoni

 

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