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ZANONI

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Il Piano Cave che divora la Marca

Con il Piano Cave della Regione Veneto, nella sola Provincia di Treviso saranno scavati in dieci anni diciassette milioni di metri cubi di ghiaia. L’eurodeputato PD Andrea Zanoni ha affermato: «Invito i cittadini, i sindaci e le associazioni a presentare le osservazioni entro il 21 gennaio 2014. È necessario fermare lo sfruttamento del nostro territorio e chi vuole lucrarci a spese della salute pubblica, dell’ambiente, della falda acquifera e della qualità della vita»

 Con il nuovo Piano Cave in adozione, la Regione Veneto prevede per la sola provincia di Treviso 17 milioni di metri cubi di ghiaia da scavare in dieci anni. In tutto il Veneto saranno 36 i milioni di metri cubi escavabili.

 

 C’è tempo fino al 21 gennaio 2014 per presentare le osservazioni e tentare di fermare questo scellerato progetto. Ad essere più colpite dal Piano Cave saranno le provincie di Vicenza e Treviso. In particolare, nel mirino delle possibili escavazioni, per quanto riguarda la Marca, c’è tutta l’area che va dalla periferia nord di Treviso fino al Montello e dal Piave al Muson.

 

La Regione ha stabilito che, almeno per quanto riguarda la sabbia e la ghiaia, non si potranno aprire altri siti estrattivi ma si potrà prelevare da cave già aperte senza alcun limite.

 

 L’avviso di adozione del Piano è stato pubblicato nel Bollettino ufficiale della Regione numero 100 del 22 novembre 2013 e, dunque, il termine per la presentazione delle osservazioni scadrà il 21 gennaio prossimo. Le osservazioni potranno essere inviate alla Regione Veneto, Direzione Geologia e Georisorse a Cannaregio, 99 – 30121 Venezia, oppure all’indirizzo di posta certificata: protocollo.generale@pec.regione.veneto.it

 

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «È fondamentale che alla Regione arrivino non solo osservazioni tecniche, ma anche quelle dei cittadini che esprimano la loro opinione sulle cave e sull’uso del territorio. Invito quindi tutti, cittadini, sindaci e associazioni a presentare osservazioni entro il termine stabilito. È ora di dire basta allo sfruttamento della nostra terra per meri scopi di lucro, sacrificando la salute dei cittadini, l’ambiente, la salubrità della falda acquifera e la qualità della vita. È necessario fermare chi addirittura esporta la ghiaia all’estero e bisogna recuperare gli inerti da demolizione e riciclarli. Occorre usare questi ultimi come fanno gli Stati che non hanno ghiaia a disposizione. Io sarò al fianco e a disposizione dei sindaci che vorranno opporsi allo sfruttamento del loro territorio».

 

Oggi, mercoledì 8 gennaio 2014, alle 18.30, la Commissione Ambiente della Provincia di Treviso illustrerà il Piano Cave in un incontro aperto al pubblico nella sala del Consiglio provinciale al palazzo Sant’Artemio a Treviso.

 

 Domani, giovedì 9 gennaio 2014, alle 20.30, sul Piano discuterà la Commissione Ambiente del Comune di Paese (TV) presso la sala del Consiglio comunale di Paese.

 

BACKGROUND

 

 Sabato 14 dicembre 2013, a Nanto (VI) presso la sala Celotto in Piazza Simposio, l’europarlamentare Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha partecipato all’incontro dal titolo “Nuovo Piano Cave e Tutela dell’Area Berica”, organizzato dal Partito Democratico.

 

Il 9 ottobre 2013, la Commissione regionale Ambiente presieduta dal leghista Luca Baggio ha dato il via libera alla nuova legge sulle cave che dovrà essere approvata dal Consiglio veneto. Il Disegno di legge elaborato dalla Giunta del Veneto lo scorso anno e recante le nuove Norme per l’attività di cava andrebbe a sostituire, una volta approvato dal Consiglio, la Legge Regionale 44/1982 attualmente in vigore.

 

Nella legge a cui è stato dato il via libera dalla Commissione Ambiente, per la quale il Partito Democratico si è astenuto, sono state inserite modifiche che  renderanno molto più blandi la gestione e il controllo dell’attività di cava nell’intero territorio regionale, ad esempio, non aver valutato l’opportunità di trasformare l’attività di cava da regime autorizzativo a quello concessorio: con l’autorizzazione le cave si sono sempre fatte dove i cavatori hanno comprato i terreni, con il regime concessorio le cave sarebbero pubbliche e di conseguenza sarebbero le amministrazioni a decidere dove crearle.

 

Secondo la normativa da approvare in Consiglio, i Comuni verranno esclusi dalle scelte: nell’iter di formazione del Piano Regionale per le Attività delle Cave (PRAC) ancora all’esame della Giunta, ovvero una sorta di piano regolatore del settore che andrà a definire le aree, i tipi  di interventi, i volumi e le sanzioni, i Comuni potranno solo dare indicazioni sulle zone dove si potrà scavare e quelle in cui lo si potrà fare a determinate condizioni (articolo 8). Nell’iter delle autorizzazione dei progetti potranno solo presentare osservazioni alla Commissione VIA o alla Commissione Tecnica Provinciale per l’Attività di Cava. In compenso però sono caricati da tutta l’attività di monitoraggio e controllo (articolo 24). Le sanzioni che potrebbe originare dall’attività di controllo dei Comuni verranno incassate, però,  dalle Province che ne gireranno il 50% alla Regione (articolo 29).

 

 La legge, con l’articolo 21 per le cave del gruppo A (come quelle di sabbia e di ghiaia), le somme versate ai Comuni che dovrebbero essere prioritariamente utilizzate per la realizzazione di interventi di ripristino ambientale oppure per riutilizzare le aree interessate dall’attività di cava e per l’esercizio delle funzioni di vigilanza potranno a richiesta del cavatore essere impiegate per opere pubbliche.

 

L’articolo 20 prevede, inoltre, che con un contributo aggiuntivo del 3% da versare al sindaco, il cavatore potrà ottenere la proroga della sua attività di cava. Infine, per i progetti da sottoporre alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, la Commissione Tecnica Provinciale per l’Attività di Cava non verrà più neppure interpellata (articolo 19). 

 

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni

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