ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Il Parco del Sile avvelenato dalle trame della Politica

Il Parco del Sile si sta ancora per trovare senza direttore ed è al centro di una bagarre politica all’interno della Lega e tra Lega e Pdl. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Invece di accapigliarsi per ripartire le cariche dell’Ente Parco tra le correnti politiche, si guardi a una gestione affidata alle associazioni ambientaliste ed a persone veramente competenti e scelte per merito. Sarebbe l’unico modo per assicurare la tutela e la valorizzazione dell’importante fiume e di un territorio unico per la sua biodiversità».

 

Il 31 ottobre 2013, è scaduto il mandato del Direttore del “Parco del Sile”, e dopo più di un mese di “tira e molla”, la Regione Veneto ha partorito una decisione impegnativa: la proroga del mandato del direttore Lonardoni fino al 31 dicembre 2013, ratificata dal Consiglio del Parco il 27 novembre.

 

Si tenga conto che l’attuale Direttore,  Diego Lonardoni, persona stimata e competente, opera in contemporanea al Parco della Lessinia ed al Parco Sile lavora per solo 15 ore alla settimana!

 

L’Ente Parco Sile, già con personale ridotto e demotivato dalle precedenti gestioni,  è prossimo al  caos, nonostante gli importanti impegni da affrontare con rischi di perdita anche di fondi europei di finanziamento.

 

Il Governatore del Veneto, Luca Zaia, ha deciso di intervenire sulla situazione, inviando a Treviso un dirigente e funzionario della Direzione Regionale “Foreste e Parchi” con funzioni ispettive più che sostitutive, complicando il quadro generale, che ormai appare di “tutti contro tutti”.

 

Da mesi, le tensioni interne alla Lega Nord ed ai PdL e tra le stesse correnti di Lega e PdL per una rivalità che va oltre le questioni del Parco del Sile, avvelenano l’Ente, limitando il poco di buono che si è iniziato a vedere con la Giunta del Presidente Torresan e rischiando di perdere i timidi segnali di rinnovamento che andrebbero invece incentivati per togliere alla politica partitica la gestione di un simile “bene comune” e prefigurando una totale paralisi gestionale, aggravata dalla penuria di fondi regionali per questo Ente.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Siamo di fronte ad un momento di stasi imbarazzante che si trascina da troppo tempo e che non accenna a trovare una soluzione. Non è accettabile che, per logiche partitiche, un Ente importante come quello del Parco rimanga paralizzato e in balìa degli umori politici del centrodestra. Il Governatore Luca Zaia prenda atto della situazione e affidi la gestione a persone competenti e meritevoli fuori dagli schemi tradizionali privilegiando le associazioni ambientaliste e le persone che hanno a cuore il bene del territorio e non la poltrona su cui far sedere questo o quell’esponente.

 

Gli unici obiettivi seri e validi per qualsiasi forza politica sono la tutela del Fiume Sile e dell’ambiente che lo circonda, unici per la bellezza e la biodiversità tanto da essere stati classificati  Zona a Protezione Speciale (ZPS) e Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) e, quindi, tutelati dalle Direttive Habitat 92/43/CEE e Uccelli 2009/147/CE.

I rischi di perdita irreversibile del patrimonio di biodiversità, che determina l’importanza del fiume come Sito di Interesse Comunitario, sono altissimi e diffusi lungo tutta l’asta del fiume.

 

I problemi ambientali sono moltissimi: dagli interventi inadeguati alla Porta dell’Acqua allo stato delle passerelle dei Burci; dalla qualità delle acque che è in peggioramento grave dopo Treviso (Sil Morto) alle molte aree in abbandono (San Michele Vecchio) o addirittura messe in vendita da Comuni del Parco per fare cassa. Fino ad ora sono state effettuate scelte criticabili o addirittura scellerate, a cominciare da quelle urbanistiche per esempio sull’area degli ex-Mulini Mandelli o a quelle in zona Morgano per una nuova inutile lottizzazione in area parco (già bocciata in Regione, ma ancora non archiviata dal Comune stesso) o per l’assenza di un minimo di osservazioni al Masterplan dell’Aeroporto Canova.

 

Tutte questioni mai affrontate o mal affrontate che dimostrano quanto poco abbia inciso a livello ambientale l’Ente Parco Sile in oltre 20 anni di gestione partitocratica .

 

Non devono più accadere episodi gravissimi come quello scoperto a maggio 2013 con un blitz del reparto aeronavale della Guardia di Finanza di Venezia nell’Operazione Alcione in uno stabilimento di Casale sul Sile (TV) – ha concluso Zanoni – Gli uomini delle Fiamme Gialle in quel caso hanno denunciato il titolare con l’accusa di violazioni ambientali e hanno sequestrato il cantiere, apponendo i sigilli ai rifiuti e ai materiali abbandonati.

Simili scempi devono essere prevenuti potenziando i controlli e garantendo che l’intero bacino idrografico afferente al Sile sia protetto in modo che sia salvaguardata la risorsa “acqua” che è fondamentale ed è minacciata da moltissime discariche e da eventi come quello accaduto recentemente all’aeroporto militare di Istrana.

 

Su questo devo ammettere che l’attuale Giunta del Parco ha fatto delle azioni condivisibili come l’assoggettamento di parere all’ente Parco di progetti di rilevante impatto sulla componente acqua e l’intervento contro la discarica ex “Coveri” di Casale. Sempre troppo poco però per la gravità della situazione ambientale… La Regione Veneto dia un chiaro indirizzo ed adeguati finanziamenti, lasciando che il merito e le competenze gestiscano questo prezioso Bene Comune».

 

BACKGROUND

 

Il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile ha un’estensione di 4 mila 152 ettari, sul territorio di ben 11 Comuni  tra le province di Padova, Treviso e Venezia. L’area delle sorgenti si trova tra Casacorba di Vedelago (TV) e Torreselle di Piombino Dese (PD), originando il più lungo fiume di risorgiva d’Italia: 70 chilometri circa da Casacorba di Vedelago a Portegrandi di Quarto d’Altino (VE).

 

 

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