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Caccia. Consiglio approva proroga Piano Faunistico Venatorio regionale 2007/2012

Con 30 voti a favore e 15 contrari il Consiglio regionale ha approvato la proroga di un anno alla validità del Piano faunistico venatorio 2007/2012. Come ha spiegato il consigliere di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato, Presidente della Commissione Caccia e relatore in aula del provvedimento, il nuovo Piano faunistico venatorio regionale, adottato dalla Giunta nell’agosto 2014, non è stato approvato dal Consiglio regionale entro il termine della passata legislatura, per cui si reso necessario prorogare quello ormai scaduto per garantire la continuità dell’assetto faunistico venatorio esistente.

 

“Questa proroga – ha ribadito Berlato – permette alla Giunta di presentare il nuovo Piano, che, partendo dalle bontà dell’attuale, possa aggiornare gli strumenti garantendo sia tutte le categorie economiche interessate, sia la corretta gestione del patrimonio faunistico ambientale della nostra regione, nel rispetto, soprattutto, degli imprenditori agricoli”.

 

Critiche le opposizioni. “Si tratta – ha dichiarato il democratico Graziano Azzalin, vicepresidente della Commissione Caccia e correlatore del provvedimento – dell’ennesima proroga all’ormai vecchio Piano Faunistico Venatorio, che vanifica gran parte del lavoro fatto fino ad oggi per elaborare un nuovo Piano aggiornato. Ed espone il Veneto ad impugnazioni perché la Regione prolunga la durata di un provvedimento ormai superato sul piano scientifico e in infrazione delle direttive europee”. Azzalin ha evidenziato come “nella passata legislatura, per preparare il nuovo Piano, sono stati spesi tanti soldi pubblici in consulenze e studi preparatori: ben 183.000 euro, ai quali vanno aggiunti i costi del lavoro degli uffici regionali. Tutte risorse e tempo che ora, con questa proroga, vengono gettati alle ortiche”. Per il democratico Andrea Zanoni, vice presidente della Commissione Ambiente, presentatore di un emendamento che è stato respinto e che prevedeva di inserire nella proroga una finestra temporale di 30 giorni, utile ai possessori e ai conduttori di terreni che ne avessero il diritto, per chiedere il divieto di caccia nei terreni di proprietà. “Di fatto, – han sottolineato Zanoni – con questa proroga, si nega ulteriormente un diritto sacrosanto, sancito dalla legge nazionale sulla caccia”.

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