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Blitz “salva altane”, il Consiglio veneto aggira la legge

Martedì 17 settembre, il Consiglio Regionale veneto ha approvato l’emendamento “salva altane” presentato dall’Assessore Daniele Stival. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «I Consiglieri regionali hanno approvato una norma in sfregio alla decisione della Corte Costituzionale. È un atto gravissimo nei confronti di tutti i cittadini che osservano la legge»

 

Martedì 17 settembre 2013, con 28 voti favorevoli (PdL, LN e FP) 14 astenuti (Pd, IdV e UdC), e un contrario (FSV), il Consiglio regionale ha approvato la proroga fino al 10 febbraio 2014 del Piano Faunistico Venatorio regionale 2007/2012 approvato con legge regionale nel 2007. Con un colpo di mano è stato messo ai voti anche l’emendamento “salva altane” presentato dall’Assessore alla caccia, Daniele Stival.

 

È stata, dunque, approvata, la proposta di legge 376 che modifica la Legge regionale numero 50 del 1993 sulla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. L’emendamento prevede, in primis, che per gli appostamenti di caccia rimossi a fine giornata non ci sia bisogno di alcuna comunicazione.

 

Per le strutture che saranno rimosse in tre mesi basta una semplice comunicazione in Comune e, qualora le strutture ricadano nelle aree di tutela previste dalla legge del 2004, è richiesta solo l’autorizzazione paesaggistica semplificata. Infine, se la struttura viene lasciata tutta la stagione venatoria, deve essere presentata la DIA (Denuncia di Inizio Attività) al Comune e per conoscenza alla Provincia, insieme all’autorizzazione paesaggistica semplificata.

 

L’escamotage dell’ultimo minuto è stato ideato per aggirare la sentenza n. 139 del 13 giugno 2013, della Corte Costituzionale che aveva dichiarato l’incostituzionalità della Legge regionale n. 25 del 6 luglio 2012 nelle parti in cui esentava gli appostamenti per la caccia (capanni, altane) dall’ottenimento dell’autorizzazione paesaggistica (Decreto legislativo n. 42/2004) e dal titolo abilitativo urbanistico – edilizio (D.P.R. n. 380/2001), qualora situati in aree tutelate con vincolo ambientale (decreto legislativo n. 42/2004), in violazione delle competenze statali previste dall’articolo 117 della Costituzione.

 

L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare e vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli animali al Parlamento europeo ha affermato: «Abbiamo assistito ad un vero e proprio blitz del Consiglio regionale che ha aggirato la legge e ignorato la sentenza della Corte Costituzionale per fare l’ennesimo regalo ai cacciatori. Voglio ricordare ai consiglieri che hanno votato l’emendamento che la legge è uguale per tutti e nessuna categoria è al di sopra. È stato creato un gravissimo privilegio che si traduce in uno sgarbo a tutti i cittadini che osservano la legge. Sorprende la celerità con cui la Regione è riuscita a far approvare una norma: se si fosse altrettanto solerti in materia di lavoro e salute ci sarebbero molti meno problemi nel nostro Veneto. Quando la posta in gioco è la caccia scattano sedute straordinarie e decisioni lampo. È una situazione vergognosa se si pensa che per problematiche sociali e sanitarie ci vogliono anni per raggiungere intese e mettere nero su bianco leggi risolutive».

 

Il 23 agosto scorso, Zanoni aveva presentato un esposto alle Procure del Veneto contro la deliberazione della Giunta regionale numero 1393 del 30 luglio 2013 che prevedeva che “gli appostamenti di caccia in assenza di titolo abilitativo edilizio non possono essere allestiti prima del 1 agosto 2013 e devono essere rimossi entro e non oltre il 28 febbraio 2014”.

 

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