ANDREA

ZANONI

Consigliere Regionale

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Bilancio-Gruppo Pd: “Il collegato al Bilancio è un mostro giuridico, daremo battaglia in aula per modificarlo”

“Il collegato al Bilancio è un mostro giuridico con troppe teste, a oggi ben 63 articoli, nel cui corpo sono stati trapiantati interi progetti di legge come quello sulle liste di attesa, presentato addirittura nel luglio del 2015. All’interno troviamo delle vere e proprie controriforme come quelle di Ipab, aree naturali e disciplina delle cave. È come una nave con troppi container, a causa dei tanti impegni disattesi dalla maggioranza e contro cui daremo battaglia in aula”. Giudizio negativo del consigliere del Partito Democratico Stefano Fracasso sul collegato attualmente in discussione in aula, numerose le criticità evidenziate dagli altri esponenti democratici nel corso della conferenza stampa a Palazzo Ferro Fini.“Il Veneto è l’unica Regione che non ha realizzato la riforma delle Ipab (200 in tutto con 35mila anziani ospitati) prevista dalla legge 328 del 2000 e i costi vengono scaricati sulle famiglie. L’articolo 42 anziché attuare la riforma introduce alcune modifiche, tra cui la nomina di 400 Revisori dei Conti da parte della Giunta – hanno spiegato Claudio Sinigaglia e Francesca Zottis – Un’ingerenza accentratrice e ingiustificata che va a ledere il principio di autonomia delle Ipab. La Giunta, se vuole, può già agire con controlli sui Cda e sui bilanci, se finora non l’ha fatto è stato per una precisa volontà politica. La Regione è inadempiente, invece di entrare a gamba tesa sulle Ipab, dovrebbe invece pensare ad aumentare la propria quota delle rette, che è ferma dal 2009, mentre quella a carico delle famiglie è salita da 1400 a 1800-1900”. Di sanità ha parlato anche la consigliera Orietta Salemi: “L’articolo 26 riduce pesantemente le possibilità di acquisire personale da parte delle Ulss, limitandolo allo stretto necessario per le sole attività di emergenza, sconfessando, di fatto, quanto contenuto nella legge 19 ( Azienda Zero) votata soltanto un mese fa, che prevede assunzione di personale rapportato al reale fabbisogno. L’articolo 39, invece, penalizza gli ospedali di comunità, obiettivo strategico del Piano sociosanitario. Si va infatti a dare copertura normativa a una delibera di Giunta del 21 ottobre che sospende i procedimenti attuativi della legge 22/02: in sostanza si sospendono le procedure di accreditamento delle strutture pronte per diventare ospedali di comunità. Poiché la delibera è palesemente illegittima perché non può un atto amministrativo sopprimere quanto contenuto in una legge, ecco che la giunta aggiusta, con l’articolo 39, che smaschera il vero intento della Giunta: fermare l’accreditamento e quindi l’attivazione degli ospedali di comunità così come previsti dal Psr 2012-2016.Graziano Azzalin si è poi soffermato sul caso del Parco dei Colli Euganei e, più in generale delle aree naturali: “Con l’emendamento del consigliere Berlato approvato dalla maggioranza e diventato un articolo del Collegato si svuota la funzione legislativa del Consiglio e non si consulta minimamente il territorio. La superficie del Parco dei Colli verrà drasticamente ridotta, dando il via libera a provvedimenti analoghi: uno per la Lessinia è già pronto e stanno lavorando a un altro per il Sile. Questo è il metodo più efficace per smantellare le aree protette”. Sui pericoli per l’ambiente ha puntato l’indice anche Andrea Zanoni, con particolare riferimento all’attività di cava: “Esiste una legge regionale, la 44 del 1982 che ha limitato i danni. E adesso viene smantellata in quattro punti: salta il parere vincolante delle Province, viene cancellato il limite del 3% di suolo agricolo scavabile per ogni Comune, quello di ampliamento viene innalzato dal 30% al 50% e vengono consentiti ampliamenti in deroga alle fasce di rispetto da case, centri storici, zone industriali e commerciali. Invece di fare il Prac (Piano regionale attività di cave) come richiesto dalla legge per evitare il commissariamento, si presenta un norma per togliere i paletti, quando ci sono 10 milioni di metri cubi di ghiaia estratti dalla Pedemontana che sono già a disposizione. E preoccupa anche la norma sul turismo ‘creativo’, con case da costruire sugli alberi e lungo i fiumi”. Il consigliere Bruno Pigozzo ha poi espresso la propria preoccupazione per il nuovo assetto di governance di Autostrade del Veneto, dal punto di vista occupazionale e non solo: “Anche noi avevamo auspicato un riordino, ma in questo quadro non si capisce il destino di Veneto Strade, dove ci sono 285 dipendenti, quasi tutti operai. È in scadenza la convenzione con le Province che non hanno intenzione di rinnovarla e le risorse a bilancio permettono solo di pagare il personale. Senza girarci attorno, a giugno c’è il rischio concreto che Veneto Strade chiuda: per questo chiediamo che sia nel Defr che nel bilancio si faccia chiarezza, in nodo da evitare piacevoli sorprese. Sul fronte infrastrutture dopo la risoluzione del lodo sul Servizio ferroviario metropolitano regionale con Net Engineering e l’assegnazione a quest’ultima di 28 milioni di euro per il triennio 2017-2019, attendiamo che parta l’adeguamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia, la bretella Dese-Tessera: siamo fermi al progetto preliminare, adesso vogliamo che venga messo tutto nero su bianco”.

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